Montella rischia: Fassone contatta Mazzarri

Secondo quanto riporta calciomercato.com, Fassone dopo aver criticato in diretta squadra e tecnico, sembra aver contattato Walter Mazzarri

Ritorno a San Siro

Sarebbe un ritorno a Milano sponda rossonera, un classico ormai nel calcio moderno, nessuno scandalo. Dopo essere stato scaricato dal Watford, il tecnico era in attesa di una panchina, era infatti stato accostato al Genoa in caso di esonero di Juric, ancora in bilico, ma pare fuori budget per le casse di Preziosi. Insomma dispiace per Montella, da cui da tempo si aspetta il salto di qualità, ma tifosi e dirigenza sembrano stanche, l’ex Napoli e Inter è alla finestra a mettere pressione all’aereoplanino, che per non decollare verso casa ha solo una destinazione, la vetta della serie A.

 

Salvio Imparato

 

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Sarri in vista del Feyenoord: oggi alle 15.30 conferenza stampa a Castel Volturno

Tornerà a parlare in conferenza il tecnico del Napoli, Maurizio Sarri, che presenterà il match di Champions League con il Feyenoord.

Sarri risponderà alle domande dei cronisti direttamente dalla sala stampa di Castel Volturno, l’appuntamento è fissato per le ore 15.30. Ricordiamo che l’intera conferenza stampa sarà visibile sulla pagina Facebook di SpazioNapoli. Alle 16.30, invece, scenderanno in campo i calciatori per l’allenamento. I primi quindici minuti saranno visibili in diretta sui nostri canali.

Nel tardo pomeriggio, alle ore 18.30, sarà la volta del tecnico del Feyenoord, Van Bronckhorst, che parlerà alla stampa direttamente dallo stadio San Paolo. Alle 19 ci sarà l’allenamento della squadra olandese (i primi 15 minuti saranno visibili in diretta su SpazioNapoli).

fonte: Spazionapoli.it

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Per Milik possibile intervento chirurgico

Ecco il comunicato ufficiale del Napoli

Arek Milik, uscito nei minuti finali di Spal-Napoli di ieri per un infortunio al ginocchio destro, ha effettuato gli esami strumentali questa mattina alla Clinica Pineta Grande.

Per l’attaccante azzurro è emersa la possibilità di una soluzione chirurgica. Arek verrà valutato domani a Villa Stuart dal Professor Mariani

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Milik: Mi fa male

Serata di ansia per il Napoli e, in particolare, per Arkadiusz Milik. Al novantesimo minuto della sfida tra la squadra di Maurizio Sarri e la Spal, infatti, l’attaccante polacco si è accasciato a terra dopo aver appoggiato male la gamba, portando subito le mani al ginocchio destro. Il classe ’94 è uscito dal campo zoppicando e in lacrime, coprendosi il volto. In casa Napoli c’è paura per un altro lungo stop dopo la rottura del legamento crociato anteriore della gamba sinistra di quasi un anno fa.

FA MALE

Milik ha abbandonato lo stadio sulle sue gambe, ma molto dolorante, come testimoniano le sue parole ai giornalisti presenti al Paolo Mazza: “Mi sono preoccupato. Fa male, ma non è come l’altra volta”. Domani mattina si sottoporrà a una risonanza magnetica che chiarirà l’entità del suo infortunio.

IL COMUNICATO DEL NAPOLI

Ecco il comunicato ufficiale del Napoli: “Arek Milik è uscito oggi nei minuti finali di Spal-Napoli per un infortunio al ginocchio destro. All’attaccante azzurro è stata subito applicata una borsa di ghiaccio sulla parte dolorante. Domani mattina Milik si sottoporrà a risonanza magnetica per accertare l’entità dell’infortunio”.

L’INFORTUNIO UN ANNO FA

Il 10 ottobre 2016, infatti, Milik era stato operato al ginocchio sinistro dopo l’infortunio subito nella sfida tra la sua Polonia e la Danimarca. Un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi per quattro mesi e che in casa Napoli tutti sperano non si ripeta: i volti dei compagni di squadra e di Sarri negli ultimi minuti contro la Spal mostravano tutta la preoccupazione dell’ambiente azzurro per questo nuovo problema.

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Zeman: Siamo rimasti nel pullman

Uno Zeman non molto soddisfatto si presenta ai microfoni di Sky. Di seguito le parole del Boemo

Purtroppo la prima mezz’ora siamo rimasti nel pullman, nel secondo tempo abbiamo fatto meglio dal centrocampo in su. Penso che la differenza di età specialmente oggi si è vista, noi siamo giovani e proviamo a giocare e certe volte molliamo un pò, come nelle scorse partite. Oggi abbiamo prodotto poco anche se penso che squadre come la Cremonese non ci sono in Serie B, una squadra esperta e si è visto. Lo 0-0 è un risultato che di solito non mi piace? Non è vero, a me non piacciono le partite dove si produce poco, e stasera non sono molto contento, se si fosse pareggiato giocando come voglio io, sarebbe stato diverso.

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Sarri, la psicologia del Napoli e il caso Reina

La psicologia del Napoli​ ha detto finora che la squadra rende più in atto che in potenza e la partenza del portiere spagnolo sarebbe un autogol clamoroso.

Un antico scritto di Aristotele, in cui il filosofo greco accorgendosi che la materia è potenza e quindi ha il potenziale di assumere o no una determinata forma, concludeva che una volta raggiunta la forma si dice che la materia è passata all’atto. Esatto il Napoli ha raggiunto la sua forma dopo vari passaggi e non si può parlare più di potenziale, ma di una squadra con una sua psicologia che rende in fiducia e in sicurezza. Lo dimostra la storia della sua evoluzione, che racconta di un cambio modulo e la svolta della stagione successiva con l’infortunio di Milik e il costante minutaggio di alcuni interpreti fondamentali. Ovviamente senza il lavoro di Sarri sul campo e il lavoro maniacale sui principi e i concetti di gioco non starei qui a parlarne. Direte voi questo è impazzito vuole fare il Gabriele La Porta del calcio, assolutamente no, anzi se ne avessi la cultura proverei ad emulare i vecchi editoriali calcistici di Carmelo Bene, semplicemente inarrivabile, quindi è solo una mia analisi maturata dopo la prima conferenza stampa di Sarri, e ho deciso di scriverla dopo la prime uscite ufficiali degli azzurri. La squadra infatti ha mostrato un gruppo consapevole dei propri mezzi e pronto a lottare per il vertice, a Dimaro il tecnico toscano invece ha ridimensionato le ambizioni del Napoli, parlando di percentuali non facilmente migliorabili. Dopo i rinnovi della società penso siano maturi i tempi in cui il gruppo va esaltato mediaticamente dal suo tecnico, specialmente dopo le dichiarazioni entusiastiche dei calciatori sul voler competere per lo scudetto, vedi Hamsik dopo Nizza-Napoli. Insomma la squadra non mi sembra in eccesso di entusiasmo, sente di potercela fare e se Sarri le dicesse “Vinci” come fece Adriana in Rocky 2 forse le darebbe più responsabilità e completezza ai suoi percorsi tatticoemotivi.

Il 4-3-3

Questo modulo era nei desideri di una parte della squadra ma specialmente del presidente già ai tempi di Mazzarri. De Laurentiis chiamò Zeman nel 2012 non proprio per parlare di Vargas, ma si innamorò di quel Pescara di giovani, tra cui il suo Insigne e Verratti, il resto è storia. Con l’arrivo di Benitez il Napoli passò al 4-2-3-1 con ottimi risultati e spesso un buon gioco, ma il modulo è sempre stato circondato da scetticismo e ha insinuato il tarlo del 4-3-3 in modo sempre più insistente, tant’è che il 4-3-1-2 di Sarri, nonostante vari innesti, ereditò le depressioni del modulo rafaelita. Era chiaro, la squadra non era più psicofisicamente disposta ad adattarsi ad un modulo in cui non credeva, lo dimostrano i magici effetti del cambio tattico, lo storico modulo del calcio totale ha saputo esaltare le qualità e le caratteristiche dei singoli. L’impatto psicologico è stato dirompente e non va sottovalutato, l’aspetto tattico da solo non basta.

Milik, l’infortunio e la svolta della scorsa stagione

Se il cambio di modulo è stata una decisione presa di comune accordo, l’altra svolta di Sarri è stata da un lato casuale e si è verificata dopo l’infortunio di Milik. Prima di questo sfortunato evento la situazione tattica prevedeva: una staffetta forzata tra Insigne e Mertens, Milik preferito a Gabbiadini e come sempre Callejon insostituibile ala destra e terzino aggiunto. La situazione psicologica raccontava di un Insigne nervoso per il cambio sistematico con Mertens che a sua volta non gradiva la panchina, Gabbiadini, pressato dallo scetticismo della piazza e del tecnico, non riusciva ad esprimersi nelle occasioni in cui è partito titolare e pare che Sarri da tempo già pensasse a Mertens come prima punta in disaccordo con ADL, che voleva si puntasse sul Bergamasco. Ovviamente Sarri ha avuto non poche difficoltà a gestire le leadership del tridente, che paradossalmente senza Higuain è più puro, ma l’assenza di Milik ha lentamente dato gli equilibri giusti, Insigne finalmente impiegato per 90 minuti cominciò ad offrire prestazioni di livello e gol, Mertens si scopre centravanti da 4-3-3 con sponde spalle alla porta e inserimenti da veterano del ruolo. Anche qui la componente psicologica è stata fondamentale e Sarri ne deve prendere atto capendo che non si può sempre contare sulla fortuna e sul caso, in alcune partite era evidente la forzatura di certi cambi di cui non si sentiva la necessità.

Il caso Reina e la retroguardia di Sarri sono il 10% che manca al Napoli

Non siamo più nell’era Mazzarri dove era ovvio non sbilanciarsi e parlare di scudetto. Ho ripercorso queste fasi, tattiche e psicologiche, perché dopo l’era Benitez e la consacrazione con Sarri, non penso si possa ancora presentare, ad inizio stagione, un Napoli che è lontano dal lottare per vincere. Sarri è un grande tecnico e credo fortemente che sbilanciandosi sulle ambizioni, come il resto della squadra, che è si giovane ma è cresciuta tanto, può dichiararsi una candidata alla vittoria finale. Forse anche De Laurentiis è stanco di rinnovare, aumentando gli ingaggi, e sentire il suo allenatore mediaticamente poco ambizioso? Magari penserà: “Io non glielo rinnovo Reina tanto quello me sta sempre a ddi che non possiamo vince!”. Certe cose non le sapremo mai penso sia stato giusto smentire le parole di ADL sullo scudetto, spetta all’allenatore sbilanciarsi e tracciare la linea da seguire, bisogna però risolvere la situazione del portiere spagnolo subito, perché questo teatrino è deleterio e la partenza sarebbe nociva. Ci vuole il rinnovo immediato, a Sarri spetterà mostrare un pò di coraggio e ottimismo in più, darebbero quel 10% che manca alla squadra per completare la forma di un capolavoro e magari a lui più convinzioni per non sentirsi più un intruso nell’olimpo del calcio

SALVIO IMPARATO

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