Italia – Inghilterra 1-1 (3-2 r.): l’Italia è campione d’Europa

L’Italia del calcio vince per la seconda volta nella sua storia il massimo trofeo iridato continentale per Nazioni. E’ una vittoria insperata ma meritata sul piano calcistico. Gli azzurri hanno giocato il miglior calcio (strano a dirsi) e battuto un’Inghilterra più forte che con il più classico dei suoi storici harakiri ha trovato la strada per perdere in casa un Europeo già ad un passo dalle mani della Regina e di Kane.

1. Il primo tempo

L’Italia arrivava alla sfida di Wembley da sfavorita, con il sentore diffuso che alla chiamata di Londra l’Italia avesse risposto con due finali (quella di Berrettini a Wimbledon e dell’Italia a Wembley) entrambe difficilmente vincibili. E infatti uno stoico Matteo si arrende al probabile tennista più vincente della storia: Novak Djokovic. Inoltre, pronti via, appena cantati gli inni, l’Italia del calcio è già sotto 1-0 contro l’Inghilterra.

Gli azzurri intorno alla fine del primo minuto di gioco pressano male in avanti. L’inghilterra trova una uscita palla pulita sul centro sinistra del campo. Il 3421 proposto da Southgate, per trovare ripartenze mortifere alla stregua del Belgio di Martinez, consente di trovare subito l’ampiezza sul quinto di destra, ossia Trippier. Il terzino inglese in forza all’Atletico Madrid crossa come d’uopo sull’altro quinto di centrocampo, quello di sinistra, Luke Shaw, il quale approfittando di una lettura tattica errata di Di Lorenzo scarica al volo un fendente mancino che fulmina Donnarumma sul primo palo.

L’Inghilterra, sull’onda dell’entusiasmo del gol immediatamente subito, riesce a controllare il gioco con faciltà. L’Italia è offensivamente sterile causa un Immobile giunto a completa consuzione dopo la buona partenza agli Europei. Ciro il grande non tiene botta contro Stones e Maguire. I terzini azzurri sono tenuti bassi dai quinti inglesi. L’Inghilterra è padrona del campo e svernicia il tricolore ogni qualvolta i ragazzi del Mancio provano a ripartire, essendo gli italiani atleticamente e strutturalmente inadeguati a farlo. Basti per tutti il mismatch per centrimetri e corsa tra Insigne e Walker.

2. Il Secondo tempo

L’Inghilterra non riuscendo a chiudere la pratica nel primo tempo ed essendo dotata, a differenza dell’Italia, di grandi contropiedisti preferisce affidare il possesso palla all’Italia e stagnare nella propria metà campo. La difesa dell’area di rigore, affidata d’altronde alla massiccia fisicità anglosassone, presuppone l’incapacità italica di abbattere il suddetto muro. Il contropiede è invece consegnato dal ct inglese ai furetti che animano le fasce.

Tuttavia, la consegna della sfera agli azzurri da parte dei padrone di casa si configura come opzione strategica non reddittizia. Anche grazie al fine cervello di Jorginho Frello, l’Italia macina passaggi, acquista convinzione e produce occasioni da gol. E i leoni d’oltremanica progressivamente si rimpiccioliscono in gatti spaventati, sempre più rintanati ad un palmo dal verboso e rissoso Pickford. Si consegnano al destino, quello degli inglesi, che alla fine con addosso la maglia della nazionale trovano il modo di perdere la partita.

Calcio d’angolo: l’Italia è nettamente più bassa ma il cross è tirato bene, teso. La spizzata sul primo palo di Cristante, entrato per compensare la mancanza di fisicità degli azzurri, muore nell’area piccola senza dare tempo al portiere anglosassone d’intervenire. Chiellini crea scompiglio facendo saltare la marcatura che Stones gli riservava. Quindi, sulla palla vagante si avventa Verratti che offrendo in sacrificio la sua tempia incoccia il pallone e la testa del più maestoso Philipps ma sull’incocciata ravvicinata del pescarese Pickford compie un miracolo e devìa la palla sul palo. Quest’ultimo però, a mo’ di flipper, riporta la sfera al centro della contesa dove si avventa il mai simpatico Bonucci per siglare l’1-1.

3. I supplementari e rigori

Ora gli azzurri diventano, dopo il pari, l’unica squadra in campo. Accarezzano l’idea svariate volte di un forcing arrembante rimasto però tale, una ipotesi. Alla fine coscienziosamente entrambe le squadra addivengono da due premesse diverse allo stesso risultato… i rigori: l’Italia, da un lato, impaurita dalla devastante capacità di ribaltare il fronte degli inglesi in virtù anche di una panchina dal talento sterminato a disposizione di Southgate; dall’altro, i britannici tatticamente impreparati a reagire alla fitta trama di gioco degli azzurri a cui loro stessi hanno pemesso di entrare in ritmo.

La lotteria dei rigori, occorsa sotto la curva degli inglesi, è un trattato di antropologia. L’esperienza conta eccome. L’Italia non esegue una cinquina perfetta. Sbagliano lo spaurito Belotti e l’impallidito Jorginho. Quest’ultimo, peraltro, il decisivo. Avesse segnato era già vittoria. Ma dopo il maldestro penalty tirato dal maestro italo-brasiliano, l’esterno gunners Boukayo Saka, come gli altrettanti ventenni Rashford e Sancho, sbaglia il terzo rigore per l’Inghilterra. Il secondo dei tre sui quali Donnarumma, fresco acquisto del Psg, mette i guantoni, regalando alla sua Nazione il titolo di campioni d’Europa e a sé stesso il premio di miglior giocatore del torneo.

Southgate perde ancora una volta in casa ai rigori. Nel 1996 sbagliò da giocatore il rigore decisivo in semifinale contro la Germania agli Europei che anche in quell’occasione l’Inghilterra ebbe l’opportunità di giocare di fronte al suo pubblico. Ieri sera, da allenatore, ha perso anche l’occasione di riportare un trofeo per Nazioni dopo il mondiale casalingo del 1966. Unica finale peraltro giocata dall’Inghilterra in una competizione per Nazioni.

4. L’Italnapoli

Continua la fase dell’Italia nel nuovo millennio: dipendere dai calciatori campani. Una schiera nutrita a questo europeo ha partecipato alla spedizione. Come nel 2006, alla stregua di Fabio Cannavaro, un altro campano – per l’appunto Donnarumma – si prende la scena e l’appellativo di fuoriclasse. Curioso che nell’ultimo europeo vinto dall’Italia, quello dell’evocativo anno del 1968, fossero anche in quell’occasione due i giocatori del Napoli in campo: all’epoca Zoff e Iuliano, stavolta Insigne e Di Lorenzo. Fosse stato convocato Politano al posto dell’immeritevole Bernardeschi, il Napoli sarebbe stata la società più rappresentata dall’Italia campione d’Europa. Così è solo seconda al pari di altri club come ad esempio il Sassuolo.

4. Il senso della vittoria

Il movimento calcistico italiano ora ha una grande occasione, stante l’impossibilità di colmare nell’immediato il gap infrastrutturale ed economico con altri campionati, quello di offrire alla platea dei propri tifosi un calcio eticamente pulito e tatticamente oltre che tecnicamente piacevole, all’insegna dell’estetica che non disdegna il conseguimento del risultato.

Cioè i capisaldi di cui l’accoppiata doriana Mancini – Viali si sono fatti portatori a Coverciano e che sono valsi un titolo che mancava da circa 50 anni. Il loro abbraccio a fine partite, tra le lacrime di entrambi, ha portato stile macchina del tempo un paio di generazioni indietro alla gioventù e acceso un interrogativo al telespettatore sul senso della vittoria e della vita.

Così non fosse, il successo impossibile dell’Italia a Wembley si rivelerebbe un racconto pretestuoso: ossia, sin dall’inizio, trovare la panacea del bel gioco per lenire una possibile prematura sconfitta. Una Italia poco talentuosa ma bella da vedersi. Applausi comunque. Applausi mai riconosciuti, invece, a chi in Italia ha provato a fare lo stesso tipo di calcio del Mancio perdendo nel rush finale scudetto o coppe.

Questa volte però la sorte ha coniugato il risultato col bel gioco. Chi lo dirà ai detrattori dei mister dal calcio piacevole e organizzato, come Zeman e Sarri, – al cui ultimo Mancini si è ispirato – che è possibile giocare anche in Italia in modo internazionale e divertente?

Gravina e i dirigenti della Lega di A hanno il dovere di restituire al calcio italiano il senso dell’abbraccio tra Mancini e Vialli, il senso del calcio. Ritrovato una estate durante una notte magica.

Massimo Scotto di Santolo

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Roland Garros, Nadal batte Mcdonald e Burger King scherza

Battuta in stile “Il Principe Cerca Moglie”, in cui in modo scherzoso si gioca la guerra tra i re del burger. Succede al Roland Garros, Nadal batte Mcdonald e scatta un Tweet di Burger King France.

“Probabilmente sarai ancora affamato”, recita il post di Burger King France. Rafael Nadal ha appena divorato Mcdonald in un boccone, 6-1 6-0 6-3, ma per i social media manager era ghiotta l’occasione per una geniale trovata pubblicitaria.

https://twitter.com/burgerkingfr/status/1311355810874896389?s=21

SALVIO IMPARATO

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Nadal su Del Potro in 5 set, Federer crolla sul campo 1

Nel giorno della sorprendente sconfitta di Federer contro Anderson, sul centrale va in scena un grande spettacolo tra Del Potro e Nadal.

Nadal nel momento di maggior sicurezza, in vantaggio di un set, è sembrato distrarsi alla notizia dell’eliminazione di Re Roger. Infatti con qualche errore di troppo manda l’argentino in vantaggio due set a uno. Nadal capisce il momento di difficoltà.  Per la prima volta lo si vede batti beccare con il suo angolo, a cui chiede il silenzio necessario per concentrarsi.  Da quel momento il campione di Manacor torna ad essere aggressivo. Del Potro però con energie inaspettate ribatte colpo su colpo, a tratti colpi straordinari di entrambi tra passanti in corsa e volée in tuffo. Alla fine la spunta Nadal.

Al maiorchino tocca necessariamente riprendere fiato per la semifinale contro Djokovic vincente in 4 set contro Nishikori, l’altra semifinale sarà inedita e si sfideranno Anderson e Isner, il primo carnefice di Federer, il secondo del favorito Raonic. Purtroppo Re Roger sembra aver pagato il match point fallito nel terzo set, quando era in vantaggio di due set, da quel momento ha subito il gioco da fondo del sudafricano, più aggressivo e più centrato. Quindi come Nadal l’anno scorso, Roger Federer subisce la maledizione del campo secondario, che conta tante eliminazioni celebri.

SALVIO IMPARATO 37

Nadal al 5° set contro del Potro travolge una signora

Grande spettacolo sul centrale di Wimbledon. Durante la maratona tra Nadal e Del Potro lo spagnolo frana sul pubblico

Grande partita sul centrale tra lo spagnolo e l’argentino. Durante uno scambio sull’1-1 del 5º set Nadal con la sua solita generosità tenta disperatamente di recuperare uno smash di Del Potro, ma frana rovinosamente sul pubblico, tra cui una signora a cui bacia la mano per scusarsi.

SALVIO IMPARATO 48

Atp Stoccarda, Federer liquida Pella in due set

Roger Federer in gran spolvero, liquida con un doppio 6-4 l’argentino Pella. Il campione di Basilea ha mostrato una gran forma fisica e una scioltezza invidiabile, uno spettacolo il suo rovescio lungo linea da fondo. Non ha avuto grandi difficoltà lo svizzero, anche se il livello di gioco dell’avversario è stato eccellente, infatti Pella ha avuto due palle per il controbreak nell’ultimo game, prontamente annullate al servizio da Re Roger, che ora affronterà il vincente del match tra Kyrgios e Feliciano Lopez

SALVIO IMPARATO 33

Pazzesco Cecchinato, batte Nole in 4 set ed entra nella storia

Marco Cecchinato vs Novak Djokovic (20) 6-3, 7-6(4), 1-6, 7-6(11)

Entra nella storia e nel mito dello sport italiano Marco Cecchinato, centrando la semifinale al Roland Garros. L’azzurro ha battuto sul Suzanne-Lenglen il serbo Novak Djokovic, numero 22 della classifica mondiale e 20° favorito del seeding, vincitore qui nel 2016 e finalista nel 2015, 2014 e 2012, con il punteggio di 6-3, 7-6(4), 1-6, 7-6(11) dopo una battaglia di tre ore e mezza. Dopo il primo titolo Atp conquistato a Budapest a fine aprile, il 25enne di Palermo (che entrerà tra i top 30, era numero 109 a inizio 2018, 72 alla vigilia del torneo), continua la favola parigina, diventando l’ottavo italiano a centrare la semifinale di uno Slam. L’ultimo a riuscirci, esattamente 40 anni fa, fu Corrado Barazzutti, sempre al Roland Garros.

SALVIO IMPARATO 37

Nadal torna in finale a Roma superando un buon Djokovic

Rafael Nadal rispetta il pronostico e batte Novak Djokovic con il punteggio di 7-5 6-3. Non è stata una partita facile per il maiorchino perché Nole ha sfoderato la miglior prestazione dell’anno, giocando a tratti come il campione che è stato qualche anno fa, profondità e un muro a ribattere colpo su colpo mettendo in difficoltà Nadal come faceva quando lo spagnolo non riusciva ad uscirne vincente dai match contro quella macchina. Un po’ di continuità in più non sappiamo cosa avrebbe potuto scatenare nella testa di Nadal, che comunque ne è uscito da vincitore centrando la decima finale in questo torneo che l’ha visto trionfare 8 volte.

SALVIO IMPARATO 34

Van Gaal: “Nadal deve avere più fiducia in se stesso”

Parole spiazzanti quelle di Louis Van Gaal, specialmente per Stefano Meloccaro di Sky, che lo ha intercettato al torneo di Montecarlo durante il riscaldamento di Nadal e Dimitrov.

“Nadal deve avere più fiducia in se stesso, non è vero che uno come lui non ha problemi di fiducia, un campione ha sempre bisogno di credere in se stesso ogni giorno di più per migliorarsi e continuare a vincere e anche di più”

SALVIO IMPARATO 40

Atp Monte-Carlo, Nadal è il primo finalista, Dimitrov regge solo un set

Non è bastata la grande prova di agonismo, messa in campo da Dimitrov. Il Bulgaro pur mostrando un’ottima difesa, mettendo in difficoltà il maiorchino, è andato sotto 3-0 con un break, da quel momento ha alzato il livello, ha tenuto sui continui martellamenti, di diritto dello spagnolo, sul suo rovescio accelerando improvvisamente e sorprendendo Nadal, apparso meno regolare del solito. Il match è virtualmente finito sul 5-4, nel momento clou il Bulgaro ha concesso un passaggio a vuoto e concesso due set point sul suo servizio, ad un cannibale come Nadal regalare tanto è un vero suicidio, non è bastato a Dimitrov tentare di far giocare un colpo in più al suo avversario, Nadal da gran campione ha agguantato la preda e chiuso il set sul 6-4. Da quel momento la partita è finita, Dimitrov è definitivamente uscito dal campo e grazie a Nadal è scampato ad un certo 6-0, infatti Rafa chiude con il parziale di 6-4 6-1, poi appena finito di stringere la mano al Bulgaro, invia un messaggio, con lo smartphone, al suo Carlos Moya in cui pare abbia chiesto un campo per continuare ad allenarsi, un match di un’ora e venti troppo poco per un campione che non smette di avere fame.

SALVIO IMPARATO 32

Atp Montecarlo, Nadal annienta Thiem e vola in semifinale

Rafael Nadal, al suo ritorno nel circuito, centra al primo colpo l’ennesima semifinale al Monte Carlo Country Club. Violenta rivincita del maiorchino su Dominic Thiem, che lo aveva battuto l’anno scorso al Foro Italico, terminata con l’impietoso parziale di 6-0 6-2. Non c’è mai stata partita, Nadal ha sfoderato una prestazione impressionante, per regolarità e forma atletica, contro un avversario troppo falloso e poco paziente nello scambio da fondo, purtroppo se non reggi mentalmente i continui recuperi, i diritti anomali, le diagonali di rovescio e le accelerazioni dello spagnolo la sconfitta rischia assumere i contorni della brutta figura, anzi se Nadal non avesse “peccato” di generosità il risultato sarebbe stato un doppio 6-0 6-0, ha concesso solo 3 punti al servizio ed è a 32 set consecutivi sulla terra dalla sconfitta di Roma. Ad attendere il campione di Manacor in semifinale c’è il russo Dimitrov, in un match che dovrebbe essere almeno più equilibrato.

SALVIO IMPARATO 31