Napoli – Bologna 3-0: cosa resterà degli anni ’80?

Il Napoli riaggancia il Milan in vetta alla classifica di serie A. Lo fa abusando di un Bologna rimaneggiato e risultato non impegnativo come avversario. I rossoneri e i partenopei, pari a quota 28 punti, hanno creato il vuoto intorno a sé. La prima è l’Inter a -7. Il Napoli ha la miglior difesa con sole tre reti subite mentre il Milan il migliore attacco con 23 reti. Sembra improvvisamente tornati alle sfide di fine anni ’80 dove Maradona sfidava il Milan di Sacchi per i massimi traguardi calcistici.

1. Napoli – Bologna

Il Milan nell’anticipo del turno infrasettimanale, di Martedì, vinceva soffrendo indicibilmente contro il nuovo tremendismo granata firmato da Juric. I rossoneri si portavano a 28 punti e lasciavano al Napoli, impegnato il Giovedì, l’onere di dover rispondere.

Il Napoli per dichiararsi presente alla volata in vetta avrebbe dovuto battere il Bologna. Battuto nel turno precedente proprio dal Milan all’interno di una partita romanzo che ha visto i felsinei tenere testa alla squadra di Pioli nonostante la doppia inferiorità numerica. Gli infortuni e le squalifiche hanno consegnato alle fauci di Spalletti un Bologna raffazonato in questa sua nuova versione da 352.

L’assenza di Soriano, il regista ombra della squadra, e di Soumarò, il perno della difesa a 3 e l’unico in grado nelle premesse di poter tenere la fisicità di Osimhen, e infine anche di Arnautovic, il centroavanti di manovra tanto richiesto da Mihaijlovic durante la sessione estiva di mercato, hanno indebolito parecchio il Bologna.

Il Napoli dal canto suo ha disputato partita sublime, schiacciando l’avversario dal primo all’ultimo minuto attraverso un recupero palla immediato e rinculate puntuali e vigorose. Capeggiate dal “pogbeggiante” Anguissa e da una squadra vogliosa di sbranare l’avversario.

2. I gol!

E così è stato: riconquista della sfera in avanti da parte di Lozano su passaggio errato in uscita da Svanberg. Il messicano serve Elmas che trasmette il pallone in modo veloce ma sporco al sinistro libero di Fabian Ruiz, il quale sia piuma che ferro prima addomestica docilmente lo strumento e poi lo calcia con veemenza e parabolica precisione sotto la traversa. Skorupski non può nulla ed è 1-0.

L’accerchiamento dell’area felsinea è costante, continua, perenne. Alla fine la persistente presenza degli avanti azzurri e soprattutto di Osimhen nei pressi della porta costringe i difensori bolognesi a marcarli sempre più vicini e stretti. In tal senso, la marcatura di Medel su Osimhen sembra inevitabile ma troppo svantaggiosa per il vecchio mediano cileno. Infatti, quest’ultimo per compensare i cm di altezza di differenza su un cross d’Insigne allunga una mano, colpisce la palla. Rigore. A fine partita per il Napoli ne saranno due. Entrambi legittimi ai tempi del Var. Il secondo su calcio netto ma non intenso di Mbaye allo stinco di Osimhen.

Insigne li realizza entrambi trasformandoli alla sua maniera. Tiro rasoterra e angolato alla destra del portiere. Il fatto che i tiri siano a pelo d’erba compensa la prevedibilità della scelta e quindi le potenziali partenze in anticipo sul proprio fianco destro da parte dei portieri. E questa doppietta dalla linea della carità ripristina serenità su una vicenda che stava diventando pruriginosa, cioè quella della poca freddezza dal dischetto del capitano azzurro.

3. cosa resterà degli anni ’80?

La vittoria del Napoli restituisce una sfida dal sapore antico, una lotta al vertice tra i partenopei e il Milan. Una competizione per lo scudetto che riporta i più nostalgici agli anni non necessariamente meravigliosi – ma si sa il tempo del proprio genitore è sempre più verde – ma fortemente ricchi per una Italia borghese centrica e benestante. Quel benessere si manifestava nel calcio dove un costruttore meridionale, Corrado Ferlaino, poteva far sognare una Capitale del Sud, per l’appunto Napoli, costruendo una squadra destinata a far sudare le cd sette camicie al dream team ideato da Silvio Berlusconi.

Entrambe le compagini potevano permettersi giocatori in grado di vincere con agio Coppa Campioni e Coppa uefa – rispettivamente il Milan e il Napoli -. Oggi le squadre appaiate in vetta alla serie A sono ai margini del jest set calcistico internazionale. Il Napoli però da anni porta avanti un calcio internazionale, di ampio respiro offensivo. Il Milan, di nuovo potente, pare abbia una mentalità più italiana inculcata da Pioli. Squadra dedita alla lotta, al contropiede, che ama ricavare gol, vittorie e punti nella spazzatura della partita, sui duelli individuali vinti con fisicità e temperamento.

Per picchi di gioco, i rossoneri anche meglio del Napoli ma per continuità del dominio territoriale e soluzioni offensiva a disposizione gli azzurri si lasciano preferire. Eppure, in netta controtendenza alle identità delle due squadre è il Milan ad avere il migliore attacco mentre il Napoli a migliore difesa. I numeri difensivi napoletani sono spaziali: 3 gol subiti in 10 partite. A fine anno, con una media del genere, sarebbero appena 12.

Il Milan, ora, attende una doppia sfida non facile: prima la Roma del sempre più “liedholmiano” Mourinho e poi il derby contro l’Inter. Neroazzurri campioni in carica, indeboliti dalle cessioni estive di mercato e dallo sfortunato caso di Eriksen, ma con l’orgoglio e la rosa ampia dei primi della classe. E quindi non comodi, i ragazzi di Simone Inzaghi, a -7 dalla vetta.

Il Napoli, invece, affronterà contestualmente la Salernitana di Colantuono, che evoca derby regionali di anni non felice per i colori partenopei, e poi quell’Hellas Verona con cui i ragazzi di Spalletti persero qualche mese orsono qualificazione Champions e dignità. È un dolore nascosto giù nell’anima!

Massimo Scotto di Santolo

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Sconcerti: “Conte usi Eriksen come Zeman usò Totti”

Sconcerti sulle colonne del Corriere Della Sera si sofferma sui problemi dell’Inter e suggerisce a Conte come usufruire di Eriksen, con un esempio del passato di Zeman.

Il problema del modulo per Sconcerti

A frenare il tecnico nerazzurro – afferma Sconcerti – non sono dubbi sulle qualità del giocatore, ma la sua adattabilità a quel 3-5-2 che è lo schema base dell’Inter. Fa fatica Conte a trovare la collocazione adatta al talentuoso ex Tottenham.

Il malumore dei tifosi

I tifosi intanto borbottano: non capiscono perché siano stati spesi a gennaio 20 milioni per un giocatore che si libera a giugno a parametro zero se poi non viene utilizzato o non viene ritenuto adatto all’idea di gioco di Conte.

Il parere dell’esperto

Una soluzione prova a darla Mario Sconcerti. L’editorialista del Corriere della Sera paragona Eriksen a un brutto anatraccolo che fatica a diventare cigno. E che per molti cigno non diventerà mai. E ricorda i problemi tattici che comporta il suo utilizzo.

I problemi tattici

Con Eriksen nel suo ruolo le squadre finiscono per pendere da una parte. C’è bisogno di aiuti dalle fasce abbastanza continui.

Sconcerti suggerisce però una possibile evoluzione tattica

“Puoi forse impiegarlo come Zeman impiegò Totti, sulla fascia sinistra. Ha reso bene anche in quel ruolo, è uno che quando va in verticale con la palla al piede, spezza il campo e conclude. Ma significa rinunciare a tutto un assetto”.

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Gds, Zeman: “Giusto giocare senza pubblico se ci sono problemi di salute”

gds-zeman-intervista

Zdenek Zeman ha rilasciato una lunga intervista alla Gds. Ai microfoni di Nicola Berardino ha parlato di Lazio, rinvii e Juventus.

Zdenek Zeman ha allenato la Lazio, dal 1994, quando fece il grande salto dal Foggia, al gennaio 1997. Due stagioni e mezza sulla pan- china biancoceleste. Nel tragitto della Lazio di Cragnotti verso lo scudetto del 2000. Ecco l’intervista completa alla Gds.

Zeman, che cosa le dice la Lazio capolista?

«Sicuramente, una novità. La squadra di Inzaghi – continua Zeman alla Gds – viene da 21 partite utili di fila, non da tre. Anche se mancano i risultati delle gare da recuperare, la Lazio se lo deve godere questo primo posto».

Quanto questo primato nasce dal bel gioco?

«In Serie A la Lazio è la squadra che più mi piace vedere. Giocare bene è sempre un vantaggio anche se a volte non porta punti. La formazione di Inzaghi in- vece ci sta riuscendo. E mi auguro che continui a giocare bene e a fare risultati».

Da tecnico che cosa apprezza dei biancocelesti?

«Giocano da squadra. Tutti si aiutano e sono molto attenti a quello che fanno. E hanno il centrocampo migliore del campionato».

Luis Alberto sempre più lea- der della manovra. Una stella anche a livello internazionale? «In questa stagione sta facendo cose eccezionali».

3Inzaghi ha trovato pure delle alternative all’altezza in pan- china.
«È un buon gruppo. Vuol dire che lavorano tutti bene».

3Si può fare un paragone tra questa Lazio e quella che nel 2000 con Eriksson vinse lo scudetto?

«Quella formazione era più forte nelle individualità ma an- che nel collettivo rispetto a que- sta che però riesce a sopperire a quel divario proprio giocando insieme».

Quando è arrivato in A Inzaghi giocava con un modulo 4-3-3 etichettato di stampo zemaniano, mentre adesso si affida soltanto al 3-5-2

«Bisogna fare quello che conviene alla squadra. Soprattutto se sul campo quella disposizione tattica da dei frutti».

Inzaghi ha costruito la Lazio come un mosaico, tassello dopo tassello

«Le squadre si preparano sapendo prima quello che serve».

Tra i segreti di questa Lazio, probabilmente, c’è anche il tipo di preparazione estiva: due settimane tra le amichevoli di Auronzo. Un modello che richiama quello zemaniano.

«Conta molto il lavoro che si svolge in ritiro. Bisogna lavorare per dare le basi fisiche ma anche tattiche. Più si lavora in quel periodo e meglio sarà per il campionato».

Chi considera in pole per lo scudetto?

«Per me la Juventus resta la favorita. Continuo a ritenerla la squadra con più valori in asso- luto. Per ora ha qualche difficoltà a esprimersi e non riesce a sfruttare tutta la forza che ha».

Le gare rinviate chi hanno danneggiato?

«Tutti».

Può essere giusto giocare anche senza pubblico?

«Sì. Visto che ci sono grandi problemi di salute, è normale che senza pubblico si evita quel pericolo. Secondo me, finire il campionato può diventare problematico».

Quale può essere il punto di forza della Lazio nella volata verso lo scudetto?

«La convinzione nei propri mezzi anche per le 21 partite di fila senza sconfitte. La squadra ora sa quanto può ottenere. E si impegnerà per continuare a far bene. Poi potrà pure arrivare una sconfitta, ma la Lazio è lì».

Che cosa può frenare la corsa dei biancocelesti?

«Gli infortuni. Di gente di valore, tipo Luis Alberto e Immobile».

Quanto conta la gestione societaria di Claudio Lotito?

«La Lazio è un buon esempio. La squadra di Inzaghi non è costata come le altre, ma sul campo rende meglio delle altre».

Con la Lazio è andato più vicino allo scudetto?

«Sì. Secondo posto nel 1995, perdemmo con la Juventus …».

Lo scudetto va programmato o può arrivare a sorpresa?

«La Juventus li ha programmati. Negli ultimi vent’anni, Lazio e Roma ne hanno vinto uno per parte, ma poi hanno pagato un grosso prezzo. Il segreto – conclude Zeman alla Gds – è sempre saper gestire bene la società».

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Marchegiani: “L’Atalanta mi ricorda le squadre di Zeman”

Durante Sky Calcio Club, Luca Marchegiani, interpellato su Inter-Atalanta, loda i nerazzurri di Gasperini accostandoli alle squadre di Zeman.

“L’Atalanta mi ricorda le squadre di Zeman nei momenti migliori, per l’intensità e la condizione”. Caressa lo incalza, “Calcio asfissiante praticamente” e Marchegiani entra nel dettaglio, “È una squadra sempre in crescita, ti da sempre l’impressione di salire di livello e di poter fare quel gioco per 90 minuti. Ti sfianca e ti devasta fisicamente”. Insomma ogni tanto anche al Club, grazie a Marchegiani, si ricordano dell’esistenza di Zeman. L’ex portiere ci ha giocato con il Boemo e recentemente ne parlò a Speciale Calciomercato, raccontando come Sacchi, nei periodi della nazionale, fosse innamorato degli schemi di Zeman.

Salvio Imparato

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Roma-Napoli, Zeman: “Tornare?Se devo fare calcio devo farlo bene”

Il tecnico Boemo Zdenek Zeman, ancora in attesa di una chiamata è ad assistere alla gara Roma-Napoli all’Olimpico

Presente allo Stadio Olimpico per assistere a Roma-Napoli, anticipo dell’undicesima giornata di Serie A, il “doppio ex” Zdenek Zeman è stato intercettato dall’inviato di Calciomercato.it.

Roma-Napoli

“Le due squadre non sono al meglio dal punto di vista degli infortuni, hanno qualche problema, nonostante ciò sono due buonissime squadre. È difficile valutare Fonseca, si dice che sta facendo bene anche con tanti infortunati, vediamo cosa succederà quando rientrano tutti”.

Lotta scudetto

Juventus e Inter sono le due squadre che vincono di più, ma anche quelle che soffrono di più. Tutte le gare sono abbastanza equilibrate, poi il rigore al 95′ aiuta a fare tre punti, ma il rigore c’era e quindi è giusto”. 

Antonio Conte e la rosa corta

“Inter pericolo principale per la Juve? A sentire l’allenatore no. Dice che vuole di più, che non è contento. Quindi è convinto che si può fare meglio di così. Se sarei contento della sua rosa? Sì, è una buona squadra e ha anche più italiani di tutti, quindi si capiscono meglio”. 

Zaniolo come Totti, il parere di Zeman

“Credo che non c’entrano niente tra di loro. Zaniolo è più centrocampista che esterno. Sta facendo bene, segnando gol e aiutando la squadra. Può diventare un bravissimo giocatore, ma non può diventare mai Totti”.

Il suo futuro

“C’era qualche offerta, ma per ora nulla che possa interessarmi. Se devo fare ancora calcio, voglio farlo bene”.

Su Di Francesco

“Si sapeva che la situazione alla Samp non era chiara, la società era in vendita e quando non c’è chiarezza è sempre difficile fare bene”.

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INTER-SLAVIA PRAGA, TRPISOVSKY: “CONOSCO LA A PER ZEMAN”

Inter-Slavia-Praga

Il tecnico ceco parla a margine della sfida di Champions Inter-Slavia Praga, in programma stasera a San Siro. Il connazionale di Zdenek Zeman parla anche del Boemo di cui è un estimatore.

VERSO INTER-SLAVIA PRAGA

“Siamo in un gruppo di giganti e ne siamo consapevoli, ma se non ci credessimo, non proveremmo neppure a giocare Inter-Slavia Praga qui a San Siro. Vogliamo rimanere in Europa, il campo dice sempre la verità. Abbiamo le qualità per far soffrire qualunque avversario”.

TRPISOVSKY SULL’INTER

“Siamo cambiate entrambe in estate. Noi sappiamo poco di loro ed è meglio che anche loro non sappiano molto di noi. Fa parte del gioco. Proveremo a fare più punti possibile in questo girone di ferro, a questo livello non si deve sottovalutare nessuno. Lo Slavia vuole lasciare il segno in Europa“.

LUKAKU IN DUBBIO

 “Credo che non giocherà perché da quello che sappiamo non sta bene. E questo è importante per noi. Il gioco senza di lui sarà per forza diverso, se non ci sarà avremo una preoccupazione in meno. È anche vero però che saremo preoccupati uguale, laddove chi lo sostituirà ha caratteristiche diverse e altrettanto pericolose”.

CONDIZIONI SLAVIA

“Siamo pronti, qualcuno non è al meglio e per questo è rimasto a Praga, ma siamo abbastanza preparati per questa gara”.

TRPISOVSKY

“Vogliamo riuscire a sorprendere i nostri avversari. Loro vorranno farsi valere con il loro gioco, noi proveremo a imporre il nostro stile consapevoli di avere davanti un avversario molto forte. Sarà difficile, la storia dell’Inter parla chiaro. Per noi è una grande possibilità per imparare”.

SULLA SERIE A E ZEMAN –  “Conosco il torneo, anche attraverso il mio connazionale Zeman. Ho grande rispetto per lui, si è fatto valere nel calcio, ha una ‘testa dura’ e per questo è riuscito ad andare lontano. La Serie A è un grande campionato”.

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Calciomercato.it, Zeman: “Non vogliono farmi lavorare”

Zdenek Zeman parla in esclusiva a Calciomercato.it. Racconta i suoi punti di vista su Sarri, Totti, Conte, Lazio e Roma. Nel finale manifesta scetticismo sul suo ritorno in panchina.

Mister Zeman, la Juventus ha ingaggiato Sarri. Cosa ne pensa?  

“Dopo tanti di Allegri, dice Zeman ai microfoni di calciomercato.it, credo che la Juventus cerchi qualcosa di diverso e Sarri sono convinto sia l’allenatore giusto”. 

Il club bianconero punta al bel gioco, ma l’imperativo vincere resta primario. Secondo lei riuscirà il nuovo tecnico a coniugare le due cose? 

“Penso di sì, resto convinto che chi gioca meglio abbia più possibilità di vincere Lui ha fatto bene a Napoli e con il Chelsea, credo possa dare qualcosa di diverso sotto il profilo del gioco”. 

L’ex allenatore del Chelsea predilige il gioco offensivo. Qualcuno lo ha accostato a lei. Vede qualche similitudine?

“Sul piano tattico no. Lui fa più possesso palla rispetto a me, io preferisco verticalizzare. Però, anche Sarri, come il sottoscritto, dà un’identità alla squadra e predilige il gioco d’attacco”. 

Con l’arrivo di Conte, l’Inter potrà colmare il gap dalla Juventus?

“Credo che l’Inter sarà la rivale numero uno dei bianconeri”.  

In casa Roma ennesimo cambiamento. E’ arrivato Fonseca. Farà bene?

“Bisogna vedere la campagna acquisti”.

 Sulla proprietà americana si è espresso più volte

“Per me la Roma è una delusione, merita di più. Pallotta ha fatto tutti gli sforzi esclusivamente per costruire lo stadio. Ora vedremo come andrà a finire”. 

Quale effetto le ha fatto l’addio di Totti? 

“A me ha fatto più male il suo addio da giocatore, perchè credo potesse dare ancora qualcosa. Come dirigente non gli hanno fatto fare nulla,  non serviva, se non come rappresentanza. Meglio che sia andato via. Francesco è nato nella Roma e credo dovesse ‘morire’ in questa società, ma non hanno voluto”. 


La sua seconda esperienza sulla panchina giallorossa andò male. Ha qualche rimpianto?

“Sì, non aver potuto disputare la finale di Coppa Italia, visto che l’avevo conquistata io. Mi hanno mandato via prima”. 

Sponda Lazio, confermati Inzaghi e il ds Tare. I biancocelesti possono fare il salto di qualità tanto atteso dai tifosi?

“Credo possa lottare per la Champions League”.

Lei è tifoso della Lazio o della Roma? 

“Mi sono trovato bene sia nella Lazio sia nella Roma di Sensi”.

Il suo cuore però immaginiamo abbia una preferenza…

“Fare qualcosa di buono per la Roma mi ha dato più soddisfazioni”.

Quando rivedremo Zeman su una panchina? 

“Sto aspettando. Io ho il desiderio di lavorare, ma gli altri evidentemente non vogliono”.

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Spalletti: “Icardi senza squadra non vale niente” (VIDEO)

Spalletti-Icardi-Inter

Questo è il vero titolo, il significato delle parole di Spalletti sono totalmente diverse da quelle titolate dai maggiori quotidiani sportivi.

Prima di fare un titolo magari, invece di copiare da altre testate uno sguardino alla conferenza stampa lo darei….

Pubblicato da GruppoZeman.com su Martedì 2 aprile 2019
Le parole di Spalletti dalla pagina Facebook GruppoZeman.com

La battaglia del tecnico sulla disciplina e sul concetto di squadra viene completamente ignorata. La stampa pallonara, ormai sempre più gossipara, si focalizza su temi sempre più distanti dal campo e il nostro calcio ne risente sempre di più. Poco importa se i risultati e i modi di Spalletti fanno storcere il naso ai tifosi, agli stilatori di griglie e ai perbenisti del pallone, la battaglia sui comportamenti va appoggiata e sottolineata.

“Icardi per come lo avete messo voi (riferendosi alla Gazzetta Dello Sport ndr) vale poco. Appeso così come unm maglia ad una cruccia vale poco, la questione è metterla ad asciugare la maglia, dopo aver sudato per la squadra. È con altre 10 maglie a sudare insieme a lui che poi può valere piu di CR7 e Messi insieme!”

Il concetto è chiaro, è l’esaltazione del collettivo in contrapposizione con il singolo. Principio Zemaniano, Sacchiano e di tutto il calcio europeo moderno di cui Guardiola e Klopp ne sono il massimo esempio.

SALVIO IMPARATO

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Mourinho, oggi 10 anni fa il memorabile zero titoli day

Apparentemente lontani i sospetti calciopoleschi José Mourinho ne vedeva di ombre e lo disse in una conferenza stampa, ormai memorabile.


A me non piace la prostituzione intellettuale – dice Mourinho  -. Non mi piace, no. Mi piace l’onestà intellettuale, il resto dipende dal vostro giudizio. Io, però, sono sempre uguale a me stesso e mi sembra che negli ultimi giorni ci sia stata una grandissima manipolazione intellettuale e grandissimo lavoro organizzato per manipolare l’opinione pubblica e questo, secondo me, è un’operazione fantastica di un mondo che non è il mio, che lo sarà fino a quando lavorerò nel calcio, ma che davvero non è il mio mondo.

ROMA E MILAN ZERO TITOLI

Però questa manipolazione è stata un successo: negli ultimi due giorni, infatti, non si è parlato d’altro. Non si è parlato di una Roma con grandissimi giocatori, con tanti giocatori che io volevo avere con me, e che finirà la stagione con zero titoli. Non si è parlato di un Milan che finirà la stagione con zero titoli e con giocatori che hanno una cultura vincente e tutto ciò di cui una squadra ha bisogno.

JUVE E PUNTI VINTI CON ERRORI ARBITRALI

E non si è parlato di una Juve che ha conquistato tanti punti, ma tanti di questi con errori arbitrali. Come si dice che Ranieri e Spalletti sono uno al fianco dell’altro, allo stesso modo io sono a fianco di Zenga, Delneri e Prandelli perché tutti e tre hanno perso tre punti giocando contro la Juve. E sono anche al fianco di Marino e Novellino, che il prossimo fine settimana dovranno giocare contro la Juventus. Se io fossi in Novellino o Marino adesso, forse sarebbe meglio non giocare o giocare con la seconda squadra. Davvero, sarebbe meglio non giocare o farlo con i ragazzi della Primavera. E chissà forse anche per l’Inter è meglio non andare a giocare domani o la prossima settimana, perché sta per arrivare il giorno dello scandalo…” . 

SALVIO IMPARATO

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RMC Sport, Zeman: “Non c’è una vera anti Juventus” (VIDEO)

RMC Sport-Zeman

Il Boemo Zdenek Zeman è stato intercettato da RMC Sport. Nel corso della lunga chiacchierata, nella trasmissione Maracanà, ha parlato di Juventus, Napoli, Roma e Lazio senza trascurare i suoi pupilli Insigne, Verratti e Immobile. Alla fine dell’intervista i due conduttori hanno ricordato il bellissimo Pescara di Zeman e la sua carriera e il grande spettacolo offerto.

L’audio completo dell’intervista di Zeman a RMC Sport

NAPOLI E INSIGNE

“Insigne è cresciuto. In due anni con me ha fatto più di 20 gol a stagione ma nel Napoli non si è mai ripetuto. Lui però è uno che può arrivare sempre a questi numeri. Con Ancelotti sta facendo bene perché ha più compiti offensivi, anche se per me è più facile per lui giocare esterno che centrale. Milik o Mertens? Preferisco i piccoli, quindi dico Insigne e Mertens, due che sanno giocare bene palla a terra”.

ROMA

“Le dichiarazioni di Sousa? Tutti vogliono venire a Roma, il problema è rimanerci. È una piazza importante anche ora che le cose non stanno andando come si pensava. Il problema per un allenatore è rimanerci tanto tempo sulla panchina della Roma. Il problema della squadra giallorossa è che ogni estate vende i pezzi più importanti. Quando fai così, devi dare tempi ai nuovi di inserirsi. Non è un fatto di qualità, ma di ambientamento al calcio italiano. Pastore è bravo, ma nel 4-3-3 è difficile collocarlo. Se lo metti come mezzo sinistro o mezzo destro a centrocampo fa fatica in fase difensiva. Schick? Non è un attaccante esterno, deve giocare nel mezzo ma lì c’è Dzeko”.

JUVENTUS

“Non c’è una vera rivale della Juventus in Serie A. Inter e Napoli stanno inseguendo, ma come accade da anni alla lunga i bianconeri non avranno problemi. Douglas Costa? mi ha impressionato fin da quando l’ho visto in Germania. Tecnicamente è molto bravo e potrebbe servire Ronaldo meglio di Mandzukic, che però fa un lavoro diverso a tutto campo”.

INTER

“Brozovic come Pjanic? Hanno piedi un po’ diversi, ma il croato sta facendo un buon lavoro. Il Barcelona non sta vivendo un buon momento, senza Messi è un’altra squadra. L’Inter se la potrà giocare, dovrà metterla sul fisico”.

LAZIO E IMMOBILE

“Immobile ha un rendimento diverso nelle due squadre poiché nella Lazio i biancocelesti si appoggiano a Immobile e giocano per lui. L’Italia di Mancini, invece, fa un tipo di calcio diverso. Nelle ultime uscite ho comunque visto una buona Nazionale”.

VERRATTI

“Non siete gli unici a chiedermelo, continuo a dire che da anni è il miglior giocatore di Francia. Qualche infortunio lo ha rallentato, ma è ancora giovane per migliorare.”

FUTURO

“Se bolle qualcosa in pentola? La pentola già l’ho levata e ho anche già mangiato la pasta”.

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SALVIO IMPARATO 8