Dietro le parole di De Laurentiis sembra esserci un messaggio più importante, che va aldilà del mercato e del rapporto con Sarri, un messaggio neanche troppo velato e che sembra affermare l’esistenza di un sistema a cui arrendersi, con cui forse è addirittura meglio allearsi. Di ipotesi se possono fare tante, e chi scrive cerca ancora di capire questa serie di interviste in cui dice cose sempre molto diverse tra loro. Se ieri sera si aveva la sensazione di impotenza di fronte all’unico vero centro di potere del calcio italiano, mettendo assieme i pezzi del puzzle la cosa inizia a tornare di meno. La sensazione netta è che voglia provare, da un lato, a creare un asse con Agnelli in Europa, avendo individuato in Collina il nemico comune; dall’altro, usando la spada, è come se mandasse un messaggio dicendo: “Io ti appoggio in Europa a condizione di avere un fetta di torta”. Ed in questo contesto, l’assenza politica di Roma, Milan ed Inter pesa davvero molto. Perché anche volendo trattare con Agnelli, DeLa si trova nelle condizioni di farlo con il monopolista. Con un potere contrattuale minimo. In questo contesto viene addirittura il dubbio che lo scambio, il patto, possa essere la vittoria dello scudetto, con in panca un uomo più di sistema, che non stravolga in caso di vittoria un equilibrio in vigore da anni nel nostro calcio e che però ne sta impedendo la crescita culturale, basta ricordare chi ha vinto lo scudetto sulla panchina della Roma dopo gli attacchi di Zeman, quel Fabio Capello e quel mercato faraonico imposto a Sensi, che ne ha di fatto sancito la fine. Un’altra ipotesi, e forse più accreditata tornando alla presunta alleanza, è che Sarri non c’entri nulla con la mancata vittoria dello scudetto, perché forse e proprio De Laurentiis l’uomo fuori dal sistema, perché magari fa circolare poca moneta all’interno, ad essere combattuto per far si che si arrenda al mercato, magari con la liberatoria ad Insigne per il contratto Adidas il vento già sta cambiando.
SALVIO IMPARATO
