Chelsea-Liverpool ha trasposto ancora una volta sul rettangolo verde una partita dai contenuti di altissimo profilo. Le aspettative non sono state tradite. Così come l’abbraccio finale tra i due allenatori al triplice fischio è sembrata la chiosa migliore possibile oltre che naturale e spontanea.
CHELSEA-LIVERPOOL IL MANUALE DEL COLLETTIVO
All’organizzazione tattica, al modo di stare sul campo e all’approccio alla gara vengono sempre assegnati d’ufficio i primi gradini del podio. Il calcio è uno sport di squadra. Chi occupa meglio il terreno di gioco collettivamente, valorizzando e mettendo in mostra la propria idea e riuscendo contemporaneamente a mettere in crisi quella dell’avversario, molto spesso vince. E con merito. Ma non bisogna dimenticare l’importanza della tecnica individuale, spesso in secondo piano. I due gol di questa partita, firmati ancora una volta da Hazard e Sturridge, sono entrambi magnifici per dinamiche opposte, ma racchiudono allo stesso modo quanto appena detto.
Il fatto che il match si sia concluso ancora una volta con un assolo tecnico magistrale ha rispecchiato l’epilogo di un disegno ampio. Entrambe le partite hanno arricchito le emozioni dei tifosi e degli appassionati, e niente meglio di due manifesti finali così poteva rispecchiare la grandezza di quello che si è visto sul campo. Come quando mangi un’ottima pietanza e ti resta il buon sapore in bocca per un po’. L’interno sinistro di Sturridge all’incrocio dei pali non ha restituito forse la stessa idea di devastazione dell’azione personale di Hazard. Ma la pulizia e la precisione del tiro hanno permesso al Liverpool di raggiungere un risultato ampiamente meritato.
SARRI E KLOPP
Sarri e Klopp, come da pronostico, hanno scelto i loro uomini migliori per l’appuntamento, colmando anche praticamente tutti i dubbi della vigilia. Chelsea e Liverpool hanno mantenuto l’imbattibilità. I Blues hanno appena percepito il primato in classifica a cui avrebbe portato la vittoria. I Reds per la prima volta non hanno conquistato i tre punti, dopo sei vittorie su sei in Premier. Sarri ha schierato Kepa tra i pali, Azpilicueta, David Luiz, Rudiger e Marcos Alonso in difesa. Jorginho, Kantè e Kovacic in mezzo al campo. Hazard, Willian e Giroud davanti. Klopp ha risposto con ovviamente Alisson, Alexander Arnold, Van Dijk, Gomez e Robertson dietro. Henderson, Milner e Wijnaldum a centrocampo, e solito tridente composto da Salah, Firmino e Manè.
I RITMI PARTITA
I ritmi della partita sono stati frenetici. La palla ha viaggiato sempre velocemente, e con essa i giocatori, i cui movimenti in campo rappresentavano in maniera evidente il piano gara e la mentalità dei due allenatori. E’ stata una battaglia tecnica e tattica. La prima frazione ha visto prevalere leggermente il Chelsea, che ha mantenuto il controllo del pallone facendolo circolare rapidamente grazie al supporto dei due centrali in fase di costruzione.
Riuscire a disinnescare il pressing e la disposizione senza palla degli uomini di Klopp non è mai facile. Le squadre del tecnico tedesco si sono sempre distinte per lo spettacolo di verticalità offensiva, ma è sempre opportuno ricordare che l’aspetto che fa dell’allenatore del Liverpool un innovatore è in primis il gegenpressing. Il recupero rabbioso e immediato del pallone subito dopo averlo perso e in posizione avanzata, con l’obiettivo di sorprendere la linea avversaria arrivando in porta nel minor tempo possibile. Un altro aspetto ormai consolidato è dato dalla chiusura delle linee di passaggio mantenendo sempre il baricentro alto.
LA TATTICA
Nello specifico di Chelsea-Liverpool, Salah e Manè si stringevano per impedire la ricezione delle mezzali orientando contemporaneamente il corpo per bloccare anche lo sfocio della manovra sugli esterni. Firmino, invece, aveva il compito di schermare la traccia verso Jorginho. Ma non è bastato impedire all’ex Napoli di essere al centro del gioco e toccare più palloni di tutti. Il supporto di David Luiz e Rudiger è stato fondamentale per la nascita della manovra della squadra di Sarri. I due centrali sono stati abili a sfruttare lo spazio a disposizione, e grazie alla loro tecnica sono riusciti spesso a trovare i compagni liberi alle spalle del centrocampo del Liverpool.
Il gol di Hazard ha messo in evidenza poi un’altra zona di campo protagonista tatticamente del match, le catene laterali. E’stato interessante notare come la scarsa propensione difensiva di Hazard e Salah sia stata sfruttata offensivamente da Sarri e Klopp. La tendenza di Alexander Arnold a seguire Hazard quando si abbassava per ricevere il pallone ha creato lo spazio che lo stesso Hazard ha sfruttato per colpire dopo la combinazione stretta in mezzo al campo. La tendenza di Marcos Alonso a seguire Salah ha generato tatticamente gli stessi effetti, fatta eccezione per il gol. L’egiziano e Alexander Arnold si trovavano spesso in situazione di 2vs1 contro il solo Alonso. Hazard ha beneficiato meno del supporto dello spagnolo, rimasto più bloccato, ma ha trovato comunque il modo di incidere come suo solito.
LA SQUADRA PIU’ PERICOLOSA
La squadra che è stata più pericolosa nell’arco dei novanta minuti di Chelsea-Liverpool, così come mercoledì, è stata però il Liverpool. Gli uomini di Klopp sono cresciuti esponenzialmente a partire già dalla prima frazione. Nella ripresa hanno prevalso poi per supremazia territoriale, affrontando un Chelsea più basso e raccolto a difesa del vantaggio. Hazard e Willian hanno avuto sul piatto due ripartenze in campo aperto non sfruttate.
Prima Alisson e poi la coppia sempre più affiatata Gomez-Van Dijk le hanno vanificate. Salah e Manè hanno avuto diverse occasioni per trovare il gol, ma la mancanza di precisione e a volte di lucidità sotto porta è forse l’unico aspetto su cui Klopp sembra dover lavorare con insistenza. Kepa e Alisson non sono passati inosservati. La bellezza del gol di Sturridge, entrato qualche minuto prima al posto di Milner, ha reso giustizia al risultato migliore possibile per quello che si è visto sul campo.
Le indicazioni che ha lasciato Chelsea-Liverpool hanno confermato le aspettative e le prospettive di entrambe le squadre a lungo termine. La velocità con cui gli automatismi di Sarri sono entrati nella testa dei giocatori lascia ben sperare per il futuro e le posizioni di vertice. Il Liverpool di Klopp, dall’arrivo di Van Dijk, ha aggiunto progressivamente compattezza alla mentalità e all’imprevedibilità offensiva che abbiamo avuto già la fortuna di conoscere. I Reds vogliono e possono arrivare lontano, a patto di migliorare la concretezza negli ultimi metri per non rischiare di meritare la vittoria senza fare bottino pieno.
