Spalletti, alla vigilia del derby d’Italia, intende ripartire dalle certezze e dalla personalità della sua squadra. La partita contro la Juventus può essere un’occasione importante per ridurre un distacco che in caso contrario diventerebbe sostanzioso. Parole importanti per Giorgio Chiellini e Miralem Pjanic, e determinazione nel cercare di mettere in difficoltà la Juventus con coraggio. Le prime parole di Spalletti sanno di spinta emotiva e mentale nei confronti della sua squadra,. Nell’economia di una partita che deve essere affrontata con il piglio giusto.
“A prescindere dalla distanza e dal momento noi ci presenteremo sempre a Torino con fiducia e consapevolezza. Io mi porto dietro sicuramente più certezze perché ho a disposizione una squadra che secondo me cresce, che migliora costantemente partita dopo partita. Ultimamente poi abbiamo fatto delle buone gare, manca ancora qualche attenzione in qualche momento particolare, però siamo un’ottima squadra, sia come qualità dei calciatori sia come modo di stare in campo.”
“Si gioca molto per quanto riguarda la stagione. E’ nell’arco della stagione intera che l’Inter si gioca molto. Dobbiamo fare passo dopo passo in maniera intelligente, se tu fai il primo passo in maniera intensa e decisa, poi anche quello successivo e l’addizione di tutti questi passi che poi riuscirà a dare una collocazione giusta a quello che l’Inter è riuscita a fare durante questo campionato. Noi poi dobbiamo essere convinti che chi ci sta davanti non sia così forte e così bravo da indurci a non fare quello che è il nostro percorso. Per cui, si va dritti per la nostra strada.”
Spalletti non mette in dubbio la superiorità della Juventus rappresentata anche dal distacco in classifica. Ma punta forte sul percorso della sua Inter e sull’opportunità in questo senso che bisognerò cogliere nel confronto diretto di domani.
“Per quanto mi riguarda la lotta per il titolo non è finita quando perdi una partita, non è finita quando perdi un’occasione, non è finita quando perdi di fiducia. E’ finita quando non ci riprovi e quando non sei convinto che la forza che hai porti ad un obiettivo ben preciso. E noi siamo convinti di questo. Poi è chiaro che c’è una distanza importante in classifica. Diventa difficile andarli ad acchiappare, e questa è una brutta notizia. La bella notizia però è che domani possiamo diminuire noi questa distanza. Perché siamo noi che giochiamo contro di loro. E allora intanto facciamo questo.
Si passa poi alla forza della Juventus, e alla sua capacità di migliorarsi ogni anno attingendo anche al materiale migliore delle dirette concorrenti. Spalletti ricorda i casi di Pjanic, Cancelo e Higuaìn.
“La Juventus è una squadra che tutti gli anni va ad inserire giocatori che possano fare la differenza più dell’anno precedente. La sintesi potrebbe essere che tre anni fa, quando eravamo a Roma, io e lei, dopo quei sei mesi di partite, la Juve ci venne a prendere Pjanic, il giocatore più forte forse insieme a De Rossi. L’anno scorso noi avevamo uno dei migliori terzini del campionato a detta di tutti, che è Cancelo. La Juve è venuta e ci ha preso Cancelo. Ha preso Higuaìn dal Napoli. Sono dettagli importanti per una crescita verticale di una squadra e di una società. Quest’anno ha messo dentro campioni del livello di Cristiano Ronaldo, che porta una quantità di mentalità nello spogliatoio penso incolmabile da figure, poster attaccati ai muri, frasi scritte, pensate. E’ quella la sostanza della differenza. Noi abbiamo fatto il nostro percorso.”
Parole importantissime anche nei confronti di Giorgio Chiellini, definito un giocatore fenomenale. Spalletti conferma le assenze di Nainggolan e Dalbert e spera che la prestazione entri in simbiosi con l’entusiasmo e il tifo dei sostenitori.
“Quello che dicevo ai calciatori la settimana scorsa è che loro sono dentro un comportamento corretto e dentro un modo professionistico di fare che è giusto per andare avanti e portare a casa i nostri obiettivi. Dobbiamo andare a giocare queste partite qui con carattere e personalità. E quello che ho visto nelle ultime partite è positivo. Ho visto giocare delle gare contro avversari in determinati momenti che fanno capire che tutti possono soffrire il tuo comportamento. Qualsiasi nome poi ci sia come avversario.
Nainggolan e Dalbert rimangono fuori perché non ce la fanno a recuperare. Sono migliorati ma hanno bisogno ancora di altro tempo. Non mi fa effetto e non mi dà nessun vantaggio il fatto che ci sia l’approvazione o il tentativo di spingerti più in là da parte di chi guarderà questa partita. Mi fanno effetto i sentimenti dei nostri tifosi e i loro desideri. E noi ce li porteremo dietro in campo”.
La Juve non è solo Ronaldo
“Prima di tutto la Juventus non è solo Cristiano Ronaldo ma è anche una squadra composta da giocatori forti in ogni reparto. C’è anche GC3, cioè Giorgio Chiellini, un giocatore fenomenale. D’altronde basta andare a vedere gli ultimi cinque minuti della partita contro la Spal, quello che ha fatto e il suo atteggiamento. Lui non fa reparto, lui è il reparto. Sono gli altri che lo completano mettendosi accanto, ma il reparto lui lo fa già da solo. Un calciatore dalla mentalità, forza e personalità incredibili. E la Juventus ne ha tanti di questi giocatori. E così anche noi. Quello che diventa fondamentale, come si dice sempre, è il collettivo, la squadra. Quando sei dipendente dal calciatore e quel calciatore per un motivo o per un altro non può scendere in campo, è la forza di squadra che ti trascina e fa la differenza. E noi siamo una squadra forte.”
Qualche parola anche sul livellamento del campionato accompagnato però dalla carica ancora maggiore della Juventus. Il Napoli per Spalletti si è rinforzato ed è in costante crescita. La Juve si può mettere in difficoltà sfruttando gli eventuali momenti della gara in cui potrà perdere la compattezza di squadra.
“Questi sono i banchi di prova, dove ci si può andare a prendere il fatto che tu sia pronto. Per viaggiare forte e fare risultato contro chiunque. Poi, come dicevo prima, loro hanno forza, potenzialità, questa mentalità ormai dentro ai calciatori. Lo stesso Pjanic è un altro di quelli che ti mette in moto il meccanismo della squadra, e di conseguenza bisogna essere di quel livello lì. Bisogna saper indirizzare la partita, senza star lì a tentare di prevedere la loro mossa e limitare il loro comportamento che fa la differenza.”
“Il Napoli l’anno scorso è arrivato ad un passo dall’agguantarla. Quest’anno il campionato si è livellato, loro hanno fatto ulteriori passi in avanti. Nel livellamento di quest’anno quelli che hanno perso qualche risultato siamo stati più noi. Noi che si tenta di raggiungerla. Mentre loro hanno caricato addirittura con una forza maggiore. Però nonostante questo, prima c’era meno distanza ma nella differenza che si percepiva c’erano i segnali che si dovesse comunque migliorare tanto. Ora è il livello di gioco che si sta alzando e che può andare a colmare questa distanza.”
“Quello dell’essere squadra in maniera continuativa nell’arco dei novanta minuti è la cosa che può mettere in difficoltà la Juve. Considerando il distacco in classifica potrebbe sembrare presuntuoso da parte mia dire questo. Ma non è assolutamente quello che voglio far credere. Possiamo creare qualche problema in questo senso. Loro hanno vinto dominando, e anche sapendo soffrire. Perché non hanno avuto sempre lo stesso comportamento dove si vede una forza differente a quello che è stato l’avversario. La portano in fondo nella direzione voluta, in modo sempre diverso. Non c’è sempre il timbro di Juventus. E’ quell’undici forte individualmente che ti porta a casa sempre il vantaggio da tutte le soluzioni. Quello che dice poi anche Allegri. La tecnica e la fantasia del calciatore. Noi dobbiamo essere bravi a giocarla con il blocco squadra, con coraggio, personalità, e poi è importante controllare anche bene gli specchietti retrovisori”.
Infine, una battuta da parte di Spalletti sull’interismo e sull’approccio e l’apporto che un dirigente come Marotta potrà dare all’Inter.
“Mi aveva colpito recentemente una frase dell’Inter Campus: “Noi siamo fratelli del mondo”. Per cui sono andato ad informarmi sulla sua provenienza. E l’origine sta nell’atto costitutivo dell’Inter del 1908, dove dice: “Questa notte stellata ci darà i colori, e noi ci chiameremo Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo”. Secondo me l’interismo è un po’ questo. E Marotta è uno di quelli che è già proiettato per quella che è la sua provenienza, la sua esperienza fatta durante la sua carriera. Verso questo guardare in maniera profonda e distante.”
“La soluzione che prevede la non presenza contemporanea di Vecino e Gagliardini nell’undici titolare è spinta dalla voglia di andare ad acchiappare qualcosa in più sempre. E’ chiaro che perdi un po’ di fisicità, di contrasto e di forza sulle palle inattive, ma si pensa di aggiungere la fase di possesso, la circolazione nello stretto. Poi ci sono i momenti che ti suggeriscono questo atteggiamento ed altri che invece ti propongono quell’altro. Ma l’obiettivo di questa soluzione è sempre quello”.
