Milan-Inter 2-3: Inerzia ribaltata

Milan e Inter hanno dato vita ad un derby della Madonnina sorprendentemente piacevole ed emozionante. Soprattutto alla luce dei problemi ormai cronici della squadra di Spalletti e della solidità che quella di Gattuso stava mostrando da molto tempo a questa parte. I nerazzurri hanno vinto con merito giocando decisamente meglio dei rossoneri. E inoltre, né per la prima volta e né per l’ultima, l’inerzia a favore di una o dell’altra squadra si è vista completamente ribaltata. Confermando il quasi azzeramento delle dinamiche e delle situazioni precedenti alla partita stessa.

L’Inter ha offerto una grande prova con praticamente tutti i suoi effettivi. Ma la chiave di volta del match dal punto di vista tattico è stata sicuramente impersonata da Matìas Vecino. La mossa vincente di Luciano Spalletti ha previsto l’avanzamento dell’uruguaiano oltre la linea di pressione dei centrocampisti del Milan. In una zona in cui soprattutto nella prima frazione ha potuto ricevere sempre indisturbato. E con il tempo e lo spazio necessario per puntare la difesa del Milan in conduzione. Questa situazione tattica è stata sicuramente favorita dalla cattiva occupazione degli spazi da parte dei centrocampisti del Milan. In particolare Paquetà, che ha sempre permesso a Vecino di posizionarsi alle sue spalle. E Bakayoko, che anche quando non sorpreso, non è quasi mai riuscito a scivolare orizzontalmente per chiuderlo.

Ma come detto prima, tutti gli undici giocatori dell’Inter in campo sono stati superiori a quelli del Milan. D’Ambrosio, Skriniar e De Vrij, per esempio, hanno praticamente annullato il pericolo numero uno dei rossoneri, Piatek. Il centravanti polacco non è mai entrato in partita e ha sofferto molto la fisicità e la lettura delle situazioni dei due centrali. In particolare Skriniar, che ha realizzato ben 11 disimpegni, di cui 4 di testa. L’olandese è invece riuscito ad entrare nel tabellino dei marcatori. Mentre D’Ambrosio ha salvato miracolosamente il risultato su Cutrone nei minuti finali.

Oltre poi alla brillantissima prestazione di Matteo Politano, menzione a parte merita quella di Lautaro Martinez. Il Toro sta crescendo a dismisura con il passare del tempo e sta dimostrando di essere un giocatore dal valore decisamente in crescendo. La varietà del suo set di movimenti. La forza e la determinazione anche nelle giocate spalle alla porta e in fase di raccordo stanno restituendo un’immagine diversa rispetto a quella che in precedenza sembrava invece aver convinto tutti. Se dovesse continuare su questa lunghezza d’onda, è chiaro che il peso dell’assenza di Icardi potrebbe finire col diventare considerevole per l’Inter solo dal punto di vista mediatico.

Ad un mese ormai dallo scoppio di questa vicenda, la sua dinamica con annessi contorni ha assunto i toni dell’assurdo e ha superato i limiti dell’imbarazzo. Il rumore della sua assenza fisica negli spogliatoi e del suo silenzio social è ancora più pesante delle sue ambigue esternazioni passate. Considerando poi inoltre l’importanza che i social stessi hanno sempre avuto nel suo metodo di comunicazione. L’idea che ci eravamo fatti e l’analisi che avevamo provato a fare, pur non potendo ovviamente sapere come fossero andate esattamente le cose, sembra essere confermata e addirittura potenziata da questi ultimi avvenimenti. Ma è chiaro anche che alla fine della stagione, il potenziale agente protagonista di un eventuale radicale cambiamento potrebbe non essere solamente lui.

Gioacchino Piedimonte

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