Inter-Juventus 1-2: Ritorno a Higuaìn.

Inter-Juventus ritorna nuovamente a Higuaìn. E’ il centravanti argentino a chiudere ancora il sipario di questa sfida. Una grande sfida. Con una lampante e immediata differenza. Il gol vittoria del Pipita e Maurizio Sarri questa volta erano dalla stessa parte.

La partita aveva un significato e sapore particolare anche e soprattutto per Antonio Conte. Il tecnico leccese affrontava per la prima volta da avversario la Juventus, e il duello con Sarri non è stato al di sotto delle aspettative.
La partenza dei nerazzurri è stata intensa sul piano del ritmo. Consapevolezza e ambizione nell’andare a pressare e ostacolare la prima costruzione juventina, con Lautaro sempre più in crescita e il solito e imprescindibile Stefano Sensi. Nella prima frazione, nonostante la superiorità bianconera, l’ago della bilancia sembrava poter avvicinarsi ad una posizione di apparente equilibrio, L’intensità e l’aggressività dell’Inter rispondevano con continuità alla grande qualità di palleggio e alla proiezione offensiva della Juventus.

Sono i bianconeri a passare in vantaggio grazie ad un altro ritorno. Quello al gol di Paulo Dybala, che non segnava su azione addirittura dal 24 febbraio in casa del Bologna. L’argentino è abilissimo a sfruttare a proprio vantaggio l’uscita alta di De Vrij e Godìn attaccando lo spazio liberatosi alle loro spalle. Servito splendidamente da un monumentale Pjanic, l’argentino trafigge Handanovic con il mancino. La reazione dell’Inter è positiva e comporta un ulteriore aumento dei giri del motore. Il pareggio premia i nerazzurri e arriva su un calcio di rigore causato in maniera piuttosto ingenua da De Ligt. Lautaro Martinez batte Sczczesny e riporta il pallone al centro.

I presupposti per vedere una ripresa sulla stessa lunghezza d’onda del primo tempo sono stati invece messi in discussione dall’infortunio di Sensi. L’ex Sassuolo si è imposto da subito all’interno dello scacchiere di Conte acquisendo in maniera naturale una leadership tecnica quasi già imprescindibile per l’Inter. La sua purtroppo prematura uscita dal campo ha cambiato in maniera evidente le carte in tavola, influendo negativamente sotto diversi punti di vista.

In un colpo solo l’Inter ha perso, in fase di possesso, qualità di progressione della manovra nell’ultimo terzo di campo. E senza palla, invece, da un lato la sua grande intelligenza tattica nell’andare a posizionarsi contemporaneamente alle spalle della mezzala destra avversaria e sul lato destro del mediano. Nello specifico Khedira e Pjanic, entrambi quindi potenzialmente in apprensione sotto questo punto di vista. Dall’altro, il punto di riferimento nell’innesco del pressing collettivo avanzato e l’elemento di disturbo per Pjanic nella fase di uscita del pallone della Juventus.

Con l’ingresso di un giocatore dalle caratteristiche completamente diverse come Vecino, la partita dell’Inter ha cambiato volto. E i due fattori a non beneficiarne sono stati il baricentro, che si è abbassato, e la pulizia tecnica, che è calata. Insieme alla consapevolezza di poter far male alla Juventus affrontandola quasi alla pari. L’Inter non è però uscita dalla partita. Dopo l’ingresso di Bastoni al posto di un impreciso Godìn, ha approfittato tra il 60′ e il 70′ di un assetto temporaneamente confusionario della Juventus per provare a sollecitare l’inerzia della gara. I subentri di Bentancur per Khedira e di Higuaìn per Bernardeschi hanno fatto perdere un po’ di equilibrio in mezzo al campo alla Juventus. E l’Inter ha provato ad approfittarne dando l’impressione di poter tornare ad essere pericolosa.

Ma la mossa di Sarri qualche minuto dopo con Emre Can al posto di Dybala ha impedito ai bianconeri di perdere ulteriormente le distanze tamponando con successo il ritorno dell’Inter. Il gol vittoria di Gonzalo Higuaìn è poi la ciliegina meritata a coronamento di una splendida azione di 24 passaggi con combinazione finale nello stretto. Imbucata eccezionale di Bentancur che trova una traiettoria di passaggio illuminante per Higuaìn, che ancora una volta, ritorna a San Siro nelle vesti di killer con la maglia della Juventus.

Tante le indicazioni arrivate da questi 90 minuti. La bella partita tra Inter e Juventus ha innanzitutto confermato un’ovvietà. E cioè che la Juventus è nettamente la squadra più forte di questo campionato. Con una profondità di rosa e qualità di alternative difficilmente pareggiabili dalle avversarie principali. L’evoluzione, i risultati e i progressi futuri passeranno dalla capacità di Sarri di gestire questo profondo bagaglio tecnico con la stessa intelligenza ed elasticità con cui ha lavorato fino ad oggi. Senza che i princìpi di gioco si appannino. Nulla che sia però automaticamente scontato.

Stefano Sensi è la chiave di volta dell’Inter. La sua importanza all’interno del rettangolo di gioco è quasi paragonabile a quella di Pjanic per quanto riguarda la Juventus. La sensazione è che sotto molti punti di vista siano entrambi imprescindibili per le due squadre. Il primo per la qualità e la rifinitura della manovra. Il secondo in quanto magister dell’uscita palla, della gestione del ritmo e della visione di gioco.

Dall’altro lato, la sconfitta dell’Inter non dovrebbe influire negativamente sulla continuità di risultati in campo nazionale. Dopo un inizio estremamente positivo, era piuttosto fisiologico che si sarebbero incontrati ostacoli difficili da superare. La squadra è forte e consapevole, e non può certo permettersi di farsi condizionare sin da subito dalle prime frenate. Anche e soprattutto perché quelle da evitare sono quasi dietro l’angolo, vestono giallo e si chiamano Borussia Dortmund.

Gioacchino Piedimonte

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