In occasione della trasferta di Vibo Valentia con i suoi Satanelli, Zdenek Zeman riceve il premio “Salvatore La Gamba” come miglior allenatore
I motivi del premio sportivo Salvatore La Gamba. Una vittoria del campionato Serie C2 con il Licata, due campionati di Serie B vinti rispettivamente con Foggia e Pescara e diversi riconoscimenti individuali come una “Panchina d’argento” nella stagione 2011/12 e un “Premio Timone d’Oro” nel 2013. C’è tanto da raccontare in relazione al percorso, lungo cinque decenni, di Zdenek Zeman. Padre di un calcio frizzante, tecnico, dinamico e sfacciato che trova dimora nella cosiddetta “Zemanlandia”, capitale di tale sport visto però in un’ottica ancor più spettacolare. Insomma, vince chi fa un gol in più e non chi ne fa uno in meno.
In occasione del trentacinquesimo turno del campionato di Serie C che ha visto il Foggia zemaniano fare visita ad una Vibonese ultima in classifica ma mai doma contro la squadra pugliese (quest’ultima infatti fermata sul punteggio di 1-1), il tecnico boemo è stato insignito del “Premio Sportivo Salvatore La Gamba” da parte del fondatore del èremio, ovvero Francesco La Gamba, con la motivazione di essere “maestro di vita ed esempio per i giovani, con il suo comportamento sempre improntato al fair play e alla lealtà sportiva. Le sue celebri battaglie hanno contribuito a migliorare tale sport parimenti alla sua idea di calcio moderno e propositivo. Senza dubbio un modello da seguire”.
Prima della consegna di tale riconoscimento, comunque, il tecnico boemo ha toccato diversi punti, spiegando innanzitutto com’è nata la bella filosofia di Zemanlandia.
“Per fare Zemanlandia ci vogliono i giocatori che la sappiano interpretare e io, in quegli anni, ho avuto modo di avere giocatori di talento che si sono impegnati a giocare insieme come squadra e non come individualità. Nel calcio inoltre, proprio perché è uno sport di movimento, bisogna correre e per fare questo bisogna allenarsi e lavorare quotidianamente”.
Un calcio frizzante e pieno di brio quello zemaniano, che attualmente starebbe come vestito su misura soprattutto alla Nazionale italiana di calcio che, per la seconda volta consecutiva, non ha portato a casa il pass per il Mondiale. Due poli opposti, in tal senso, ed è proprio l’argomento Italia che Zeman ripercorre:
“L’Italia non si è qualificata per la seconda volta ai Mondiali nonostante avesse delle possibilità ma i due rigori sbagliati, che sono sempre una lotteria, senza dubbio pesano. Gli azzurri hanno comunque una buona squadra visto che solo qualche mese fa hanno vinto l’Europeo e per questo per me la differenza l’hanno fatta solo quei due rigori”.
E allora qual è il vero limite del Belpaese calcistico?
Tra le tante defezioni c’è sicuramente la mancanza di coraggio nel lanciare un giovane promettente. Cosa che invece è prassi nella mentalità degli altri paesi concorrenti:
“In Italia i giovani hanno problemi ad inserirsi. Negli altri campionati principali vedo ragazzi del 2003 o del 2004 giocare titolari. Mentre in Italia le società hanno costruito la propria rosa e il proprio progetto sui giocatori stranieri. Negli anni ’90 venivano giocatori stranieri ma venivano solamente fenomeni, mentre oggi non è così”.
Una battuta, infine, sul suo quarto ritorno al Foggia, squadra e città a cui è legato da un affetto particolare:
“A Foggia conoscevo già l’ambiente e ho scelto di dare una mano per quest’anno. Abbiamo fatto il ritiro pre-stagionale con un buon numero di giocatori. Sono rimasti solo in sei mentre altri dodici o tredici non hanno superato la prova, forse anche a causa delle mie esigenze. Alla fine siamo riusciti a formare un buon organico nonostante i diversi problemi che abbiamo affrontato”. Il Foggia è attualmente settimo nel Girone C del campionato di Serie C.
Intervista di Vincenzo Primerano
