Ricominciano praticamente dal loro calcio Lazio e Napoli all’esordio in serie A. Inzaghi dal l’ennesima rimonta subita e Ancelotti dal 4-3-3 di Sarri. Abbandonata, almeno per ora, l’idea dei due trequartisti dietro la punta.
La saggezza e l’esperienza di un grande tecnico come Ancelotti è stata proprio quella di fare un passo indietro. I test estivi gli sono serviti per capire quanto velocemente la squadra poteva recepire un nuovo modo di interpretare il calcio offensivo, le risposte negative di alcune amichevoli lo hanno spinto ad iniziare la serie a dalle vecchie sicurezze della squadra.
Di sicuro il concetto di verticalizzare di più, chiesto dal tecnico romagnolo. Si è visto e la squadra ha bisogno trovare più le misure e la condizione per gestire con equilibrio questa situazione di gioco, che di solito comporta più palle perse. Per il Napoli il migliore è stato senz’altro Allan, uomo ovunque, prezioso in interdizione quanto in proposizione offensiva, benissimo anche Insigne e Milik, sempre più in crescita da titolare, Karnezis invece con una grande parata nel finale si riscatta dallo scetticismo del precampionato.
Inzaghi ha lacune tattiche?
Per quanto riguarda la Lazio di Inzaghi bisogna forse incominciare a parlare delle lacune del suo tecnico. Al netto delle assenze e del valore delle rispettive rose non si può prescindere dalla tattica e da alcune scelte poco comprensibili. Quella di lasciare un Hamsik, in evidente difficoltà nella nuova posizione, libero di impostare il gioco senza pressione. Aveva sempre 10/15 metri di raggio d’azione e quindi con più tempo di vedere il movimento dei compagni.
In più dopo il gol di Immobile si è avuta la netta sensazione di una squadra senza un disegno tattico preciso, incerta se restare alta o restare bassa con conseguente cattivo posizionamento, linee lunghe e slegate. È pur vero che Zeman sostiene di avere un debole per il suo 4-3-3 contro il 3-5-2. Quando dietro sei addirittura a 5 è incomprensibile subire tutti quegli attacchi sulle fasce. Il Napoli non era ancora così brillante, insomma per Inzaghi c’è ancora molta strada da fare.
SALVIO IMPARATO
