Un Napoli pigro casca in pieno nel tranello ordito dal tecnico olandese. Gattuso in stato confusionale tanto nella scelta dell’undici titolare quanto nelle sostituzioni.
1. La trappola
Arriva per la prima giornata di Europa League, al San Paolo, la squadra olandese dell’Az Alkmar. Un manipolo di giocatori giovani e irriverenti, che divertono e si divertono. Koopmeiners, Stengs, Mijdtso, Bouadu sono gli under più attenzionati della squadra olandese. Il loro allenatore, Arne Slot, è giovane, esuberante ma a Napoli ha mostrato tutta la sua futuribilità gestionale.
Infatti, piuttosto che perseguire ideologicamente un percorso reso impraticabile dal Covid, che ha falcidiato l’intera rosa dell’Az, Slot ha provveduto di necessità virtù. Privato di tutte le punte in rosa, ha badato a difendersi infoltendo il centrocampo di mezze punte e mezze ali. L’idea di fondo, guardando forse lo show azzurro contro l’Atalanta, è stata sin da subito togliere profondità a Osimhen e Lozano e mettere il centrocampista di zona a uomo su Mertens. Il belga, dunque, è risultato sempre inefficace nella sua aggressione alla seconda palla tra la difesa e il centrocampo.
Gattuso, persuaso per i dieci gol fatti ma anche subiti nelle prime quattro partite di campionato della enedemica propensione all’attacco della squadra di Slot, ha schierato Hysaj bloccato a sinistra e Lobotka per eludere con dribbling secco la pressione in avanti avversaria. Poco turnover, perché, per sua ammissione, ne ha saggiato gli svantaggi sulle panchine europee in maglia Milan. All’epoca non superò il turno di Europa League.
2. Gli errori
Tuttavia, al Napoli, Rino possiede ben altre alternative di qualità rispetto all’esperienza rossonera. Pertanto appare il pregiudizio sul turnover una verità presa da Gattuso come assoluta benché, come ogni scelta, nei suoi risultati efficiente in modo relativo. Nel momento in cui Slot ha preso la strada del catenaccio mentre Gattuso ha preservato l’equilibrio tattico contro un fittizio calcio arrembante avversario, i primi 45 minuti erano destinati a svolgersi come sono concretamente andati. Possesso palla sterile da parte degli azzurri.
L’Az ha concesso soltanto le fasce dove il Napoli non riusciva a sfondare con costanza. Hysaj ha reso asimettrica la squadra e poco ampia. Il centrocampo a 3 dell’Alkmaar è riuscito a scalare sempre bene. Stoppando l’albanese la palla di destro, consentiva alla retroguardia avversaria di non schiacciarsi nell’area piccola perché alcuna palla, Hysaj, a girare dietro la linea di difesa avrebbe potuto calciare di sinistro. Quello spazio che se cercato dal piede di Mario Rui avrebbe permesso aggressioni ben più decifrabili al genio di Osimhen. Inoltre, proprio la suddetta linea di passaggio che la presenza del sinsitro di Rui avrebbe aperto, se coperta dalla scalata all’indietro dei centrali di difesa dell’Az, avrebbe liberato spazi a Mertens accorrente a rimorchio.
Mertens che, in assenza di Zielinski, manca di un alterego in grado di sterzate, dribbling e tiro, ha però un surrogato particolarmente diverso, ossia Petagna. Il bomber italiano è centroavanti atipico, a cui piace venire a giocare sulla trequarti; più pericoloso, Petagna, quando spallino nell’andare a concludere a rimorchio l’azione piuttosto che a comportarsi da opportunista. Per queste caratteristiche, perfettamente complementare ad Osimhen. Dunque, perché non utilizzarlo come seconda punta fisica data la brutta partita del belga? Certo, due prime punte abbisognano della copertura in mediana ideale. Funzione per la quale Demme e Bakayoko sono presenti in rosa. Lo spagnolo e lo slovacco, invece, insieme in campo non presidiano adeguatamente la difesa ma non assicurano una maggiore velocità di manovra, toccando entrambi troppe volte la palla.
3. Gattuso il temporeggiatore
L’Az, dunque, è giunta a Capodichino tacciata di cluster e con l’intenzione tattica di farsi assediare. Il Napoli si è limitato ad accamparsi intorno alle mura mai sferrando però un attacco senza soluzione di continuità a causa anche dell’undici scelto. Formazione frutto di un preconcetto sul turnover non ponderato. Rui, Demme e Petagna avrebbe dovuto poter giocare; soprattutto il primo.
Gattuso è apparso poco convincente anche nelle sostituzioni effettuate. Insigne per Lozano ha migliorato la gestione della palla sacrificando l’attacco alla profondità del messicano. Il Napoli è risultato offensivamente piatto verso la fine del match, quando ci sarebbe stato bisogno di accelerare. Petagna per Osimhen… così giusta sinanche al costo di perdere un colpitore di testa con l’avvicinarsi di una fase del match dove i ragazzi di Slot avrebbero consentito soltanto i traversoni alti? Sembra più mancanza di coraggio e/o reverenza eccessiva per Mertens.
Un Az Alkmaar sano non avrebbe derogato al suo gioco e verosimilmente perso la partita ma ha reagito con i giusti anticorpi al virus. Il Napoli ha preferito tenersi distante dalla dinamica insorta credendo erroneamente che le tre vittorie macinate avrebbero provveduto a vincere in solitaria la partita. De Wit, il match winner, ha ricordato agli azzurri che non funziona così. Desumere dalla scialba prestazione di stasera manifeste volontà, da parte degli azzurri, di immolare il percorso europeo in favore del campionato è giudizio ancora per una settimana frettoloso. Tra sette giorni, a San Sebastian, contro la Real Sociedad, i partenopei si giocano il passaggio del turno.
Massimo Scotto di Santolo
