No. In questa nazionale ci sono alcuni elementi che hanno giocato esclusivamente per loro. Hanno scelto loro il modo di giocare e l’hanno imposto ad un cittì imbelle e privo di personalità. Buffon, Chiellini, Bonucci, Barzagli: 39, 34, 30, 37 anni. Hanno imposto l’assetto tattico che li fa soffrire meno, che maschera la loro idiosincrasia per un modo di giocare diverso (emblematiche le dichiarazioni di Chiellini sul guardiolismo) e che nasconde l’incedere del tempo.
Emblematici, stasera, i 10′ finali del primo tempo: Bonucci, acciaccato, sveste i compiti di regia e sale in cattedra Jorginho, letteralmente escluso dalla manovra dal trio difensivo. Risultato? Manovra sveltita e tre occasioni nitidissime. Nella ripresa, Bonucci riprende la regia e sposta gli equilibri a modo suo.
In due partite, per questo assetto tattico imposto da questi signori, due tra i più grandi talenti italiani, Verratti ed Insigne, vengono rispettivamente ridicolizzati e marginalizzati.
Ventura, confermo, mi fa pena. Ma essere privi di spina dorsale è una gravissima colpa. De Rossi che sbotta perché non sa se deve entrare o no è la fotografia dello spessore di questo cittì.
Eppure, non è vero che il materiale manca. Bernardeschi, Insigne, Verratti, Jorginho, Rugani, Caldara, Spinazzola, El Shaarawy, Pellegrini, Florenzi, Belotti, Romagnoli, Donnarumma. Manca forse un blocco. E quello che c’è è putrido e si è rivelato nefasto.
Per il resto, intervenga Malagò. Subito. E chiuda subito Coverciano, che è il vero cancro del sistema. Sulla dignità di Tavecchio è bene non fare affidamento.
Paolo Bordino
