Luca Anania, ex portiere dell’Avellino, del Lecce e del Pescara di Zeman, ha parlato ad Ultrà Avellino.
“Zeman? Tanti pregi – afferma Anania- è un maestro de calcio, lo intende nella maniera più spettacolare del termine. Ci insegna i movimenti dell’attacco e come tenere il campo per 90 minuti. Posso parlare solo bene, non ha difetti. Con lui segnano tutti”.
L’ Avellino del 2004
“Fu un campionato strano, oltre ad alcuni particolari che sono di dominio pubblico e che non mi va di ripetere. Il girone di andata perdemmo tanti punti e lì ci condannammo. Nel girone di ritorno andammo benissimo e facemmo una media punti quasi da playoff, ma non ci servì. Bastava un altro mese e ce l’avremmo fatta, sarebbe stata una grande impresa ma purtroppo è andata male. Rimpianti? Tanti, come detto il girone di andata fatto male e poi tante cose, siamo stati presi di mira da tutti, anche dagli arbitri. Soddisfazioni? Una dozzina di partite giocate, un rigore parato ad Ascoli e una grande partita a Cagliari”.
Ricordi di Avellino
“A parte la retrocessione appena raccontata ho ricordi belli. Mi sono trovato bene, è una piazza calorosa e ambiziosa e sono contento di essere passato da questa società importante. Mi sono messo in mostra, ero il secondo di Cecere ma mi sono fatto notare e grazie all’Avellino ho toccato anche la Serie A. Avellino è una città che vive di calcio, con tifosi passionali e ricorderò sempre la mia esperienza in Irpinia”.
Anania sull’Avellino di oggi
“Si certo, sta facendo bene e auguro che possa continuare così e conquistare una buona posizione per i playoff e giocarsi poi la promozione in B”.
La Legge del Partenio
“E’ un qualcosa di strepitoso, entrare nello stadio e sentire migliaia di persone urlare lupi lupi lupi, e’ un fortino, un campo difficile per tutti, una vera tana del lupo. Peccato che quell’anno non riuscimmo a rispettare questa legge più di tanto”.
Colleghi con cui è in contatto: “All’inizio con tutti quasi, poi con il passare degli anni i rapporti si sono persi. Mi sento ogni tanto con Puleo, Nocerino, Sardo”.
Dal Nord al Sud
“Certo, consiglio il Sud perchè ci sono piazze calorose, che vivono per la propria squadra, c’è una adrenalina pazzesca. Io mi sono trovato benissimo e al Sud devo la mia carriera, Avellino, Lecce, Pescara, Catania”.
Allenatore
“Una volta che mi sarò ritirato ho intenzione di fare l’allenatore. L’Avellino? Sarebbe un sogno, è una piazza importante, non si rifiuta mai. Magari potessi un giorno tornare, come allenatore o nello staff tecnico, sarebbe un sogno”.
