Dopo questi 90′ di Stella Rossa-Napoli alcuni elementi tattici di novità, al di là dei principi, sembrano decisamente evidenti.
ASSETTO ED EQUILIBRIO TATTICO
Il tipo di assetto tattico scelto per il Napoli è un 4-4-1-1. Tre punte nominali, ma disposte differentemente in termini di dinamica del gioco. Si tratta di una riedizione, riveduta e non ancora corretta, della Roma di Fabio Capello. Quella del suo terzo anno in giallorosso, con Batistuta centravanti, Cassano libero di svariarci attorno e Marco Delvecchio esterno equilibratore ed uomo in più, all’occorrenza, in fase di conclusione. Un primo obiettivo, rispetto alle prime uscite, Carletto lo ha raggiunto: trovare un certo equilibrio tattico. La squadra è infatti meno lunga, gli appoggi ed i sostegni ci sono e Milik sembra essere un autentico protagonista del tipo di gioco. Dal modulo attuale, nonostante la catena di sinistra muti pelle, ne vien favorito Zielinski, fulcro della costruzione esterna ed uomo deputato a non offrire punti di riferimento: quando il Napoli aumenta la pressione si accentra e in fase di possesso avvia il passaggio ad un basculante 4-2-3-1.
LE NOTE DOLENTI
Insigne non svaria fino in fondo. Si scambia bene con Milik, trovando una posizione di calcio più favorevole, ma potrebbe essere ancora più decisivo. La sensazione è che il lavoro del tecnico punti, al fine di un salto di qualità del gruppo, a creare le condizioni per uno sviluppo definitivo del calciatore, ampliandone il bagaglio di incidenza, portandolo a tirare fuori le qualità.
Allan in questo modulo ha problemi. Limitato negli inserimenti, per la crescita che ha avuto negli ultimi tre anni appare chiaro non intenda sentirsi alla stregua di un Magoni qualsiasi, dal punto di vista tattico.
Al Napoli di oggi, stante lo stato tattico dell’arte, ciò che manca è il ritmo di gioco. Gli automatismi, anche se destinati a passare per lo sviluppo individuale dei singoli, saranno da ricercare in allenamento.
Ma la via è questa. E questo sarà il Napoli che dovremmo vedere almeno fino alla fine di questo campionato. Resta il fatto che mutare di continuo l’assetto tattico a partita in corso, a differenza di quanto si pensi, si dica o si rimproveri, genera effetti positivi solo se fatto con cognizione di causa, preservando comunque degli equilibri. Nel caso del match di ieri sera contro la Stella Rossa, l’inserimento di Mertens ed Ounas hanno determinato un intasamento degli spazi senza un corrispondente beneficio nei duelli uno contro uno.
In questo contesto, è bene che Ancelotti, dopo Genova, abbia chiara un’evidenza: se Callejon in quattro anni salta solo tre partite, evidentemente una ragione c’è. Con buona pace del turnover.
