Zeman finisce tra le cose vecchie

Pescara e Balzano come la stampa romana. Così Zeman finisce tra le cose vecchie

La storia si ripete e così dal 1999 va in scena la partitura mediatica contro Zeman.  Non è più un diktat certo, ma quello nato 20 anni fa ha insinuato un luogo comune di cui il Boemo non si libererà più. Triste leggere da parte della stampa pescarese, dopo il pareggio raggiunto in extremis dai ragazzi di Pillon, confronti tra le rimonte subite dal maestro di Praga e quelle eseguite dal tecnico di Preganziol. Chi scrive le ritiene pretestuose e in realtà anche senza nesso.

PESCARA

Purtroppo a Pescara un problema mediatico tra stampa e Boemo esiste.  Lo scorso anno un risultato del genere a Cremona sarebbe stato accolto più come una sconfitta che altro. Basta, del resto, ripescare molti articoli dopo il pareggio a reti bianche dello Zini per cogliere la netta differenza di trattamento. Del resto, pur iniziando lo scorso anno con un 5-1 bugiardo contro il Foggia, alcune firme locali abbandonarono lo slogan  “vincere è l’unica cosa che conta” per poi descrivere una situazione intrisa di scetticismo. Operazione  poco onesta. Ma, del resto, è la cartina al tornasole di un feeling che, tra stampa pescarese e boemo, non è mai nato. Pochi gli hanno perdonato, alla vigilia del campionato,  ritenere la squadra non di vertice.

BALZANO

Dalla Cisco Roma a Cagliari nel segno di Zeman e di nessun altro allenatore. Antonio Balzano se non avesse incrociato il boemo sulla sua strada avrebbe corso il serio rischio di vedere il suo talento confinato nei meandri della terza serie. Quindi, anche se di piccola entità, la polemica sullo scarso impiego della scorsa stagione sorprende non poco. Balzano era una pedina importante per il 4-3-3 zemaniano, e con le dinamiche di mercato che riguardavano Zampano sembrava chiaro quanto, il terzino di Bitonto, sarebbe stato fondamentale nelle fasi salienti della stagione. Un pò come successe per Bocchetti nella favola 2011-2012, dove anche Balzano ebbe un periodo di appannamento che non dovrebbe dimenticare.

STAMPA ROMANA

Per quanto riguarda l’ambiente romano zemanlandia è cosa vecchia già da tempo. Quando si sognava un suo ritorno gli amarcord erano all’ordine del giorno, oggi invece nel periodo del ventennale del suo arrivo in sponda giallorossa e delle sue dichiarazioni contro il doping, nessuna traccia di un articolo o di un ricordo. Niente paura però se c’è una rimonta a sfavore della Roma ecco che il nome Zeman torna un evergreen, in senso negativo ovvio, come se il Muto avesse insegnato all’Italia pallonara solo a subire gol. Inutile citare i tanti allenatori, tra i quali proprio Di Francesco e Spalletti, che hanno definito per loro fondamentale Z. Z. , tanto i giornalisti sembrano avere tanto da insegnare oggi. La statistica che racconta Zdenek Zeman come unico allenatore a salvarsi con la peggior difesa, spiega perfettamente il tipo di rivoluzione portata in questo paese.

SALVIO IMPARATO

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