Napoli – Torino 1-0: stairway to heaven

Il Milan in un ordinario Sabato sera vinceva, tra le mura amiche, in rimonta contro l’Hellas Verona. I rossoneri momentaneamente s’issavano al primo posto. Nel frattempo l’Inter perdeva ulteriore terreno, cedendo fuori casa 3-1 alla Lazio sarrista. Il Napoli in una partita infame per il valore del Toro di Juric e per il ricorrere post sosta nazionale trova la scala per il Paradiso, approfittando delle ormai larghissime spalle di Osimhen. Il nigeriano a due gradoni la volta, all’80esimo, sale fin sopra la traversa e di testa segna l’1-0. Che significa risoluzione di un match giocato male dal Napoli, il peggiore della stagione per le ragioni di cui sopra. Che significa, in vero, ancora primo posto in classifica e ottava vittoria consecutiva.

1. Il caos

Il peggior Napoli della stagione, anche meno brillante della trasferta di Genova, ma non per la voglia di vincerla. Anche perché a Firenze, a differenza del parere di molti, il Napoli ha giocato partita maestosa e completa.

Per il resto gli azzurri sono risultati approssimativi e confusionari dal punto di vista sia tattico – non sotto il profilo delle palle inattive che hanno prodotto ancora una volta tantissimo: stavolta un rigore – che tecnico. Il Napoli è cascato nella trappola del Torino. I granata vogliono sempre incutere nell’avversario questo caos in cui poi con il loro fisico andare a vincere duelli individuali e in scorribanda andare a fare male.

Un Napoli stanco, che perciò non è riuscito frequentemente ad elevarsi sopra tale caos con la tecnica. Così ha finito per concedere occasioni da gol agli avversari mai come prima d’ora. Eppure i partenopei hanno comunque prodotto un Xg quasi di due reti, mantenendo così inalterata la produzione offensiva rispetto alle uscite precedenti. Il Napoli, alla fine, ha realizzata soltanto una rete e succede, soprattutto quando la partita sembra ab origine infame tanto per il valore dell’avversario quanto per il ricorrere post sosta nazionale.

2. Insigne il rigorista

E la rete siglata dal Napoli è soltanto una perché Insigne sbaglia il 3 rigore su 5 in stagione. Altrove, a Milano ad esempio sponda rossonera – al momento i competitor diretti del Napoli per la vetta -, sarebbe un non problema.

L’anno scorso Ibra sbagliava con altrettanta frequenza i rigori. Anch’egli andava in scadenza a fine anno. Scelse di lasciare a Kessiè l’onere. La squadra ha continuato a volare lo stesso.

Il problema diventa grosso perché Insigne non è Ibra, non si autodefinisce Dio anche quando gioca male. Lorenzo si adombra e inizia a picconare la sua autostima. Inoltre, non sembrerebbe esserci un Kessiè pronto a supplirlo. O al momento non ne vedono gli esterni.

3. Stairway to heaven

Per un Napoli incapace di sbloccarla e in balia della fisicità granata ci ha pensato il giovane fuoriclasse Osi. Il nigeriano ha percorso tutte le scale che portano al Paradiso due gradoni alla volta e trafitto di testa il fratello meno famoso della famiglia Milinkovic Savic.

E tra le nuvole Victor ha portato con sé, sulle sue spalle, Bremer che nel marcarlo però ha dimostrato di essere un embrione di top difensore mondiale alla Cuti Romero. Ma ha anche portato in cima al cielo le paure derivanti dallo spauracchio Juric e dal suo gioco maschio e resiliente, che complice la fifa del Napoli di Gattuso ha privato gli azzurri di una Champions già conquistata. E poi queste paure le ha spinte giù in terra disintegrandole.

Juric di difensori se ne intende. Ha formato anche quello che oggi è stato il migliore del Napoli: Amir Rrahmani.

4. Il brodo

Ora a Spalletti tocca recuperare un Lozano rabbuiato da un cambio tattico (legittimo) del mister – ossia passare dal basico 442 al più 352 -, che però forse avrebbe dovuto rivolgere la sostituzione a Dries Mertens.

Il belga mette lo zampino nel gol ben prima del cambio modulo ma sembra ancora lontano dalla condizione migliore. La partita non permetteva certo di fargli prendere confidenza come abbisognerebbe.

E poi tocca recuperare alla causa i vari Demme, Lobotka e Manolas che allungano il brodo. Sta arrivando l’inverno e o’ bror è buono assaje.

Massimo Scotto di Santolo

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